Ai cittadini di Agnone e dell’Alto Molise sento il dovere di illustrare l’evolversi degli eventi che hanno caratterizzato le problematiche attinenti alla sanità regionale ed in particolare all’ospedale di Agnone. Voglio farlo anche perché accusato di “religioso silenzio”. Silenzio nel quale, tra l’altro, mi riconosco con fierezza, perché volutamente ho evitato il chiacchiericcio urlato, fomentatore di paure e confusione, a differenza di coloro che, comparsi recentemente sulla scena politica, con chiari intenti populistici e fuorvianti, si sono fatti portatori di verità assolute, impropriamente ostentate e sbandierate. Senza contare che talora, soprattutto per chi svolge attività politica “non è meno eloquente il tacere che il parlare”.
Voglio così farvi un breve resoconto delle fasi di quel percorso di riordino della rete ospedaliera, imposto dall’alto, che ci ha costretti a fare delle scelte e a batterci per evitare il peggio.
Parto dall’inizio per raccontare ciò che io, il Presidente Iorio, l’ex sindaco De Vita e la sua Amministrazione, i sindaci dell’Alto Molise, abbiamo fatto, in sinergia d’intenti, per salvare il “Caracciolo” di Agnone che, affermo e sottolineo con forza, “NON E’ CHIUSO” e continua ad erogare prestazioni di qualità come sempre, grazie anche al lavoro degli ottimi operatori sanitari.
La Regione Molise, su precisa disposizione dello Stato Centrale, iniziò il percorso giuridico di riorganizzazione del servizio sanitario regionale con due provvedimenti: soppressione delle AA.SS.LL di Isernia, Agnone, Venafro, Larino e istituzione della ASREM unica con provvedimento di Giunta regionale nr. 1867 del 26/12/2005 e successiva nomina del Direttore Generale con sede a Campobasso.
Di seguito si impose la necessità di riordino di tutti gli ospedali regionali e quindi anche del “Caracciolo”.
Il Presidente Iorio consigliò a me e all’allora Sindaco De Vita di formulare una proposta di piano fattibile, in sintonia con le proposte del Piano sanitario regionale.
Dopo numerosi incontri con i tecnici locali, con i sindaci dell’Alto Molise e con il Presidente Iorio stesso, si giunse nel 2008 al primo documento concordato, i cui punti salienti regolavano:
- le relazioni con l’ASREM Centrale ( acquisti di beni e servizi, formazione, ecc);
- il riconoscimento del “Caracciolo”, nell’ambito del nuovo assetto della ASREM, quale “struttura distaccata dotata di autonomia funzionale di tipo dipartimentale con direzione sanitaria ospedaliera” il tutto per deroga prevista dalla “Legge della Montagna”;
- la permanenza delle Unità Complesse di Chirurgia, medicina, Ostetricia e Ginecologia e Servizio di Anestesia;
- la permanenza di Unità Semplici di : Reumatologia, Riabilitazione/Ortopedia, Pediatria, Servizio di Accettazione Emergenza Urgenza, Dialisi, Endoscopia, Cardiologia, Diabetologia, Lungodegenza, ORL e Oculistica;
- il mantenimento di attività ospedaliera di supporto come UU.OO.SS. dipartimentali autonome quali i servizi di radiologia, laboratorio Analisi e farmacia;
- la riconversione dei 15 posti letto ordinari disattivati in altrettanti posto di bassa assistenza quali Lungodegenza e RSA.
Dalla proposta scaturiva una dotazione ospedaliera in posti letto: 61 ordinari, 14 in DH e 15 in RSA.
Alla proposta appena descritta ne sono seguite altre, tutte finalizzate a mantenere inalterato l’assetto funzionale dell’ospedale in termini di qualità.
Io e De Vita, anche a nome di tutti i sindaci dell’Alto Molise, abbiamo difeso con forza le varie proposte in tutti i tavoli tecnici dove, comunque, bisognava fare necessariamente i conti con le scarse risorse finanziarie e le richieste pur legittime degli altri ospedali.
Nel 2010, il Presidente Iorio, nella sua qualità di Commissario ad acta, affiancato dalla Mastrobuono quale sub-commissario di nomina ministeriale, si trovò ad affrontare nuovi dictat derivanti dal Governo nazionale: il Ministero della Salute chiedeva espressamente maggiori tagli nella sanità regionale e la chiusura dei piccoli e medi ospedali.
La dott.ssa Mastrobuono volle visitare tutti gli ospedali molisani e in alcuni giudizi fu durissima, concretizzando i suoi convincimenti con i Decreti Regionali 17 e 19 del giugno 2010.
Anche in quella occasione la mia battaglia fu rigorosa e ricordo come, ancora prima dei suddetti decreti, avuto sentore dell’ulteriore proposta di ridimensionamento del Caracciolo, il Sindaco De Vita, i Sindaci dell’Alto Molise, del Comune di Bagnoli e le Comunità Montane di Agnone e dell’Alto Vastese, produssero l’8 marzo 2010 un documento in cui manifestarono forte dissenso alle proposte del sub-commissario Mastrobuono.
Contrarietà fu espressa ancora dai sindaci con ulteriori documenti in data 21 marzo e 16 giugno 2010, il tutto con la mia partecipazione.
L’ultimo documento del Sindaco De Vita e della sua Amministrazione (con la piena adesione dei Sindaci dell’Alto Molise) risale al 25 gennaio 2011; in esso si ribadivano le indifferibili proposte per la salvaguardia del Caracciolo; suggerimenti da me sostenuti in sede regionale, che prevedevano oltre ai 50, oggi 55, posti letto ordinari e ai 40 posti RSA:
- la conferma della struttura dipartimentale dello Stabilimento S. Francesco Caracciolo;
- il ripristino del “Punto Nascite” come unica e indispensabile deroga al Piano di rientro alla luce della Legge Regionale della Montagna e delle determinazioni della conferenza Stato-Regioni, che prevedono la possibilità di “Punti Nascite” di piccole dimensioni in località allocate in aree geografiche isolate con rilevanti difficoltà di attivazione del Servizio di Trasporto di emergenza delle Gestanti a Rischio;
- la garanzia dell’Assistenza pediatrica H 24;
- la localizzazione presso il S. Francesco Caracciolo di un “servizio specialistico di riferimento regionale come previsto per Larino e Venafro;
- l’istituzione della RSA come servizio integrativo e non sostitutivo delle attività tutte del Caracciolo;
- la garanzia di un servizio H 24 per la radiologia, laboratorio Analisi, Anestesia, Ortopedia;
- il ripristino dei codici di ricovero della Specialità di reumatologia;
- posti letto indifferenziati nell’area chirurgica per evitare disservizi;
- l’istituzione in tempi brevi del centro di riferimento regionale di Medicina dello Sport;
- l’attivazione concreta del centro di Formazione continua della ASREM.
I commissari alla Sanità della Regione Molise hanno tenuto in gran conto quest’ultima proposta, tanto è vero che, se si esclude il ripristino del “Punto Nascite”, essa rimane accettata e io lotterò perché possa essere migliorata.
Voglio ricordare inoltre, che a seguito del riordino della Sanità nazionale, come è dato facilmente riscontrare anche dalla stampa nazionale, ad oggi centinaia di ospedali sono stati soppressi o accorpati ad altre strutture.
Mi preme con forza ribadire che quale cittadino, quale politico, quale unico rappresentante dell’Assise Regionale di questo territorio, pur consapevole di quelle che sono state le contingenze nazionali che hanno imposto la razionalizzazione della rete ospedaliera, ho vissuto giornalmente con forte tensione umana ed emotiva le dinamiche della vicenda, dedicando tutte le mie energie per salvaguardare la nostra struttura nelle competenti sedi istituzionali, dove sono sempre stato presente, vigile ed attento.
La frase più ricorrente ad Agnone negli ultimi tempi è : “L’ospedale è chiuso!”.
Questa e affermazioni simili hanno danneggiato tanto il paese e l’ospedale stesso!
Sull’onda della falsa comunicazione, che ha generato una psicosi imperante, le prestazioni e i ricoveri ospedalieri nel 2010 sono drasticamente diminuiti.
Infine, per quanto concerne il lavoro svolto negli ultimi anni, ho inviato a tutte le famiglie agnonesi e alto molisane, una lettera nella quale vengono analiticamente indicati gli interventi più importanti realizzati e finanziati sul territorio.