"Trovo alquanto ridicole queste prese di posizione e come ahimè i giornali prestano ampiamente il fianco alle evidenti strumentalizzazioni di Toma. Mi chiedo come si possa pensare di chiedere le scuse alla Grillo perché il suo Ministero e quello delle Finanze hanno deciso di scegliere una figura di legalità come Commissario ad acta. Non apprezziamo le figure di legalità? Non ci piacciono i due tecnici esperti in materia sanitaria o non va bene che uno dei due è anche ex generale della Finanza?Ci fa schifo che in una delle centinaia di interviste la Grillo ci ha accomunato a Campania e Calabria con le parole “problemi giudiziari”?A me invece continua a non piacere l’ipocrisia dilagante!".
Lo ha dichiarato sul suo blog il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Fabio De Chirico rispondendo alla dichiarazioni del presidente della Regione Donato Toma che invitava la ministra Grillo a scusarsi per aver associato il Molise a una non perfetta legalità.
"Non capisco - aggiunge- perché oltretutto si continuano a dare numeri (sbagliati) e si raccontano alcuni fatti non veri. È palesemente ovvio che un Presidente della Regione, che ha vinto le elezioni con quei voti in più garantiti dalla lista Patriciello, debba difendere a tutti i costi la sua posizione a capo della maggioranza ed è anche ovvio che questa pseudo vacatio del commissario oggi diventa un suo alibi per le inefficienze gestionali attuali e domani lo diventerà per quelle future. Non è ovvio però che questo alibi debba essere agevolato da caratteri cubitali a ripetizione.
Il consigliere De Chirico ricorda in tammper quello che è stato il percorso del Molise dall'ultimo decreto del commissario ad acta Paolo Di Laura Frattura. Targato 7 maggio. "Resta il fatto - continua- che la storia parla chiaro e sarebbe bello che venisse riportata per quello che è".
– 7 maggio: viene emanato l’ultimo decreto del Commissario ad acta, Frattura. (DCA n. 51). Resta in carica il subcommissario;
– 1 giugno: la Grillo viene nominata Ministro della Salute (6 mesi e 5 giorni fa). SEI MESI FA;
– 24 luglio: il Tavolo tecnico coi Ministeri affiancanti richiede al SUBCOMMISSARIO, supportato dalla STRUTTURA REGIONALE “di dare immediato impulso al procedimento di attuazione del Piano di rientro”;
– 7 agosto: Toma viene informato ufficialmente che non sarà lui il Commissario;
– 8 agosto: Toma in Conferenza delle Regioni sollecita l’opportunità, facendola accogliere con l’approvazione di un documento, che “il ruolo del Commissario possa essere ricoperto dal Presidente della Regione”. Il documento viene consegnato al Ministro per gli affari regionali Erika Stefani durante la Conferenza Stato-Regioni. Si comincia a paventare l’idea di fare ricorso alla futura nomina. Prima azione di ostacolo e ritardo alla nomina “esterna”.
– fine settembre: risulta che la Grillo, Ministro della Salute, mette ufficialmente i due nomi della struttura commissariale sul tavolo del ministro delle Finanze, in egual modo responsabile della nomina. Da questo momento la palla passa a lui e poi al CdM;
– 9 novembre: lettura e presa d’atto in Consiglio del documento firmato Sosto/Gallo dove principalmente si evidenziano le criticità se il Commissario non venisse nominato entro il 31 dicembre. A questo documento, che non fa riferimento né ai compiti del subcommissario e né alle responsabilità della struttura regionale, viene dato un ampio risalto da Toma e da tutta la stampa. Come fosse tutto bloccato nonostante un P. O. S. e un Atto Aziendale pienamente in vigore;
– 9 novembre: In aula di Consiglio la maggioranza fa approvare una diffida nei confronti del Governo “nominando con la massima urgenza il Commissario ad acta, già individuato nella figura del governatore Toma ai sensi della legge 232/2016”;
– 22 novembre: In Commissione Finanze al Senato viene approvato l’emendamento al Decreto Fiscale che REINTRODUCE la incompatibilità tra Commissario alla sanità e Presidente della Regione. Sembra si reputi necessaria una modifica normativa per coprirsi da minacce più o meno velate di ricorsi amministrativi contro il decreto di nomina;
– 30 novembre: comunicato del M5S che respinge e smentisce le accuse di “militarizzazione” della Sanità dichiarando che invece saranno figure di alto profilo tecnico.