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Bologna, morto il geofisico Enzo Boschi: era presidente dell'Ingv durante i terremoti di San Giuliano di Puglia e dell'Aquila

Il cordoglio dei geologi: Lo scienziato è stato un esempio di professionalità, dedizione ed è stato uno dei massimi esperti di terremoti e geotermia nel nostro Paese.

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Il Consiglio Nazionale dei Geologi esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Enzo Boschi, geofisico di fama mondiale, a lungo alla guida dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Lo scienziato è stato un esempio di professionalità, dedizione ed è stato uno dei massimi esperti di terremoti e geotermia nel nostro Paese. L'Italia perde uno dei luminari più apprezzati a livello nazionale e internazionale.

Il noto geofisico era conosciuto in Molise perché è stato tra i testi del processo sul crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia e per aver espresso i suoi pareri sui sismi avvenuti nella nostra regione. Era nato ad Arezzo il 27 febbraio 1942 ed è morto oggi a Bologna. Socio dell'accademia dei Lincei dal 1982 e presidente dell Ingv dal 1999 al 2011, proprio nel periodo in cui sono avvenuti i terremoti di San Giuliano di Puglia e anche quello dell'Aquila del 2009 per il quale andò in aperto scontro con l'allora capo della protezione civile Guido Bertolaso. 

IL TERREMOTO DELL'AQUILA

Boschi ha  definito "del tutto irrituale" la riunione della Commissione Grandi rischi convocata da Bertolaso all'Aquila il 31 marzo, dopo una scossa di magnitudo 4, lamentando l'assenza di una discussione sulle misure da intraprendere, la conclusione prematura e l'anomala vicenda riguardante il verbale della riunione che, invece di essere compilato subito dopo l'incontro, fu invece prodotto immediatamente dopo il sisma del 6 aprile e gli venne sottoposto per la firma motivandolo con "ragioni interne" quando invece fu pubblicato sui giornali. Bertolaso ha replicato accusando Boschi di mettere in atto «un tentativo tardivo di esonero dalla propria responsabilità» e, quanto alle accuse «sulla confusione e la mendicità delle notizie diffuse dal dipartimento prima, durante e dopo il sisma», ha minacciato di ricorrere in tribunale. 

IL TERREMOTO DI SAN GIULIANO DI PUGLIA 

In una intervista a Tiscali.it all'indomani del sisma di Acquaviva Collecroce di magnitudo 4.2 Boschi disse: "Il sisma molisano è molto diverso da quelli che stanno scuotendo l'Italia centrale dal 24 agosto 2016 e diverso anche dalla maggior parte dei terremoti tipici dell'Appennino. Almeno 1.500 volte meno violento del sisma di Norcia del 30 ottobre 2016, per le sue caratteristiche geologiche ha più elementi in comune con quello del 2002 a San Giuliano di Puglia. “Siamo di fronte a un terremoto particolare che, tra l’altro, è avvenuto – ha commentato ancora Boschi - in un luogo dove avvenimenti simili sono abbastanza rari. Non ci sono comunque indicazioni che possano far escludere o prevedere altre scosse: non siamo in grado di fare previsioni”.

La terra ha tremato in una zona di pericolosità media e poco a Nord rispetto ai due sismi avvenuti a San Giuliano di Puglia il 31 ottobre e l'1 novembre 2002. E' a questi terremoti che somiglia di più. Inoltre, per i sismologi, non sarebbe associabile alla sequenza sismica che sconvolto (e sta sconvolgendo) l'Italia centrale. La scienza sa cosa potrebbe accadere, anche se non sa quando. L’unica politica possibile in questi casi è la prevenzione che, secondo Boschi, è ancora all’anno zero. “I politici fanno molte promesse dopo ogni terremoto, per incoraggiare le popolazioni colpite a superare i momenti difficili. Da punto di vista della prevenzione in Italia non è stato fatto ancora assolutamente niente: gli edifici che sono stati costruiti male o non sono stati ristrutturati in maniera adeguata, le norme anti sismiche vengono applicate, mi è sembrato, ancora un po’ troppo all’acqua di rose. Insomma non è stato fatto molto, anzi, non ha fatto praticamente niente: siamo ancora alle chiacchiere tivù”.

La scossa del Molise è stata infatti avvertita lungo la costa adriatica e in alcune province di Puglia e Abruzzo. Il prossimo futuro? “Si tenga presente, solo per fare un esempio, che in Italia negli ultimi 400 anni si sono avuti circa 200 terremoti in misura superiore a 5.5 che è una magnitudo a cui in Italia si cominciano ad avere danni anche importanti. L’Italia è sismica e sempre resterà tale. I più a rischio è l’Appennino meridionale”.

 

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