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Eolico selvaggio in Alto Molise, scattano i rinvii a giudizio

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ISERNIA. Primi risvolti giudiziari per il procedimento avviato sul cosiddetto “business del vento”. Il giudice unico del tribunale di Isernia ha rinviato a giudizio i realizzatori del campo eolico sulla montagna di San Pietro Avellana, nei pressi dell’osservatorio astronomico e dell’abitato di Capracotta. Tale provvedimento fa seguito alle indagini a tappeto avviate dalla Procura della Repubblica del capoluogo pentro, attraverso gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, nel corso dell’estate scorsa, su tutto il territorio provinciale. Nell’ambito dell’operazione, denominata “Via col vento”, 12 le persone finite nel registro degli indagati, tra i responsabili di alcune società che hanno interessi nell’eolico, 5 i sequestri preventivi di impianti e 3 gli amministratori segnalati alla procura della Corte dei conti per ipotesi di danno erariale. Gli agenti forestali, in dieci mesi di attività, hanno individuato ben 46 antenne anemometriche (strumentazioni alte tra i 30 e i 50 metri funzionali alla misurazione del vento sul lungo periodo e propedeutiche all’eventuale insediamento di parchi eolici) e passato al setaccio le società interessate e le superfici dove insistono tali torri. La scoperta è stata che solo 17 impianti (pari al 37 per cento del totale di quelli presenti in provincia) erano in regola. Per i restanti 29, invece, è stata registrata l’assoluta mancanza di avvio delle procedure previste dalla legge o la mancanza di parte delle autorizzazioni necessarie, che vanno richieste agli enti locali e alla Soprintendenza per i beni paesaggistici. Gli abusi – stando a quanto rilevato dalla Procura – sarebbero stati perpetrati un po’ ovunque: da Vastogirardi a Miranda, passando per Pescolanciano, Chiauci, Roccasicura, Castel del Giudice, Pietrabbondante, Fornelli, Rionero Sannitico, Acquaviva d’Isernia, Bagnoli del Trigno, Sant’Angelo del Pesco, Santa Maria del Molise. Irregolarità che hanno costretto la Procura a chiedere e, quindi, ad ottenere dal giudice per le indagini preliminari il sequestro preventivo di cinque impianti e l’iscrizione nel registro degli indagati di dodici persone, ritenute responsabili degli abusi. Si tratta per la maggior parte dei rappresentati legali di società operanti nel campo delle energie alternative. Molte delle quali locali, ma anche extraregionali (aventi sede soprattutto in Campania, Abruzzo, Puglia, Lazio e Toscana). Spesso le torri anemometriche insistevano su suolo di proprietà comunale: motivo per cui sono stati segnalati alla procura della Corte dei conti anche tre amministratori locali con l’ipotesi di danno erariale. L’operazione fu illustrata, nel corso di una conferenza stampa congiunta del procuratore Paolo Albano, attento da sempre alle tematiche ambientali, e del comandante della Forestale Giovanni Potena. Entrambi parlarono della “più importante indagine aperta dalla procura di Isernia sulla complessa ed estesa rete degli anemometri installati in provincia”. Di una lotta all’abusivismo e per la difesa dell’ambiente che sarebbe stata portata avanti strenuamente. Ed ecco che sono giunti i primi risvolti importanti. I rinvii a giudizio dei realizzatori del campo eolico sul crinale della montagna di San Pietro Avellana indicano “che è cambiata l’aria”.
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