La democrazia nacque nell’occidente con lo scopo precipuo di dare voce al popolo. Democrazia (dal greco antico: δῆμος, démos, "popolo" e κράτος, krátos, "potere") etimologicamente significa “governo del popolo” ovvero sistema di governo in cui la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dal popolo, generalmente identificato con l'insieme dei cittadini che ricorrono ad una votazione. L’apoteosi della democrazia fu compiuta ad iniziare dal 1893 in Neo Zelanda con l’introduzione del suffragio universale, il principio secondo il quale tutti i cittadini e tutte le cittadine di età superiore ad una certa soglia, in genere maggiorenni, senza restrizioni di alcun tipo a partire da quelle di carattere economico e culturale e altre quali ceto, censo, etnia, grado di istruzione, orientamento sessuale, possono esercitare il diritto di voto e partecipare alle elezioni politiche, amministrative e ad altre consultazioni pubbliche, come i referendum.
Furono in molti a temere la “tirannide plebea”, termini utilizzati da Chateaubriand (scrittore, politico e diplomatico francese): appunto Chateaubriand e, con lui, anche il democratico Mazzini e il liberale Tocqueville. Essi temevano che al potere potessero assurgere persone poco preparate, pronte a soddisfare bisogni vitali immediati senza alcuna visione del futuro.
La creazione di partiti ha significato la possibilità di incanalare le spinte del popolo, depurandole da emozioni, paure, asti, odi, e altre pulsioni che, a intervalli regolari di tempo, aggrediscono le popolazioni e il loro stato d’animo.
L’avvento della Rete ha scombussolato e travolto ogni riferimento, creando situazioni psicologiche non dissimili da quelle provocate da guerre o carestie.
Nel 2011, si pensò che l’avvento della rete avrebbe determinato l’affermarsi della democrazia in tutto il mondo, anche in quello arabo o dell’Islam in generale, molto restio al cambiamento; la primavera araba di quell’anno avrebbe dovuto segnare questo indirizzo. Abbiamo scoperto che non è stato e non è così. Abbiamo scoperto, infatti, che lo strumento di divulgazione e collegamento utilizzato dai promotori della democrazia, sono stati utilizzati dai governi dittatoriali chiamati in causa per controllare e reprimere. Anche negli stati già ampiamente democratici stiamo assistendo alla formazione di coscienze politiche guidate dall’alto. Il Russiagate ne è un esempio. In Italia non avviene da meno, con società private che controllano milioni di elettori.
Con l’affermazione della Rete, cessa il ruolo aristocratico della Politica e si dà spazio alle pulsioni popolari le più immediate, insensate e incontrollate, con buona pace del futuro delle nostre generazioni.