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IL FONDO/ Quella corsa sfrenata e il saluto di inizio gara

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“La Polisportiva Olympia Agnonese saluta mister Massimo Agovino e gli ex giocatori che hanno indossato la gloriosa casacca granata”. A parlare così è lo speaker di casa ad inizio derby. Poi al triplice fischio finale la sfrenata corsa del tecnico gialloblu’ verso il settore ospite. Due istantanee che rappresentano la tangibile ipocrisia vissuta alla vigilia della gara, quando da entrambi i fronti sono stati lanciati messaggi alla “volemose bene”. Roba di facciata, niente più. Perché la conferma arriva puntuale. A muovere il primo passo è la società di casa che in forma ufficiale ha salutato ad inizio match quello considerato il traditore numero uno: Massimo Agovino. Una forzatura visto che i pezzi importanti del sodalizio di viale Castelnuovo, nel pre gara, hanno preferito non scambiare neppure una battuta con l’ex allenatore. Sull’altra sponda la musica è identica. Infatti, il secondo passo è stato mosso da colui che ventiquattro ore prima del derby ha dichiarato di aver lasciato un pezzo di cuore al Civitelle. A molti è sembrato l’esatto contrario nel momento in cui è corso, stile sprinter, verso il settore ospite per festeggiare la vittoria con i suoi nuovi tifosi. “L’ho fatto perché mi hanno offeso” ha poi detto. Falso, perché Agovino (siamo testimoni) è stato offeso solo dopo quella pazza corsa verso il settore ospite che la stragrande maggioranza dei presenti ha considerato come un guanto di sfida, o meglio un affronto. Nessuna giustificazione per cori offensivi e quant’altro, per carità. Ma la verità è un’altra. Ed è quella che l’amore tra Agovino e l’Agnonese era finito prima del derby di domenica, prima della farsa di Coppa Italia a Trivento con l’omaggio della targa (mai accettata dagli ultrà dell’Agnonese, gli unici vincitori, che preferirono dare le spalle). Ma nessuno ha avuto il coraggio di dirlo. Lo facciamo noi, perché siamo convinti che il mondo del calcio, soprattutto in queste categorie, ha bisogno di meno ipocrisia…
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