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Elezioni in Abruzzo, corsa a cinque: si vota il 10 febbraio

Tutte le curiosità che hanno portato alle elezioni anticipate, dalle dimissioni di D'Alfonso fino alla situazione attuale

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Il presidente della Regione Molise Donato Toma, durante la conferenza stampa di fine anno a Campobasso, sostenne che non era il momento di fare affari di zona economica speciale con l’Abruzzo data l’incertezza politica che vi regna.

Quella che Toma chiama incertezza, nel linguaggio comune politico ha un nome: elezioni regionali. Che dopo l’addio dell’ex presidente Luciano D’Alfonso, che ha scelto di essere il senatore del Pd proprio per questa regione, sono state fissate per il 10 febbraio. Tutto ciò significa che in regione i cittadini potrebbero essere chiamati più volte alle urne nel 2019. Il 10 febbraio appunto per le regionali e il 26 maggio data delle Europee e probabilmente anche delle amministrative.

In rete ormai è possibile acquisire tutto quello che riguarda questa tornata elettorale, che anche in Abruzzo come è stato per il Molise lo scorso anno, potrebbe significare il tramonto del centrosinistra.

COSA HA PORTATO ALLA DATA DEL 10 FEBBRAIO: LA STORIA

L’ex governatore dell’Abruzzo ha fatto sapere, dopo l’elezione al Senato, di aver optato per l’incarico a Roma. La scelta fu comunicata al quotidiano “la Repubblica” già da marzo e come prima data per le nuove consultazioni si pensò alla fine del 2018.

Chi voleva tornare subito alle urne era in particolare la Lega di Salvini, forte del consenso che il partito stava conquistando a livello nazionale. Ma il vicario di D’Alfonso ha scelto di tornare alle urne solo il 10 febbraio 2019.

La decisione è arrivata quando il governo aveva in un primo momento, pensato ad un emendamento nella legge di Bilancio che prevedeva uno slittamento al 26 maggio, data delle europee e amministrative. Però il governo gialloverde  è tornato subito sui suoi passi ipotizzando che ci potesse essere un calo di consensi nei mesi primaverili, concomitante con i primi mesi di attuazione delle misure di governo. Quindi in Abruzzo si voterà il 10 febbraio.

LA LEGGE ELETTORALE

Il sistema abruzzese è un sistema proporzionale. La soglia di sbarramento per le liste che si presentano da sole è del 4%. Si riduce al 2% per quelle compagini politiche che fanno parte di una coalizione.

In Abruzzo come in Molise non è previsto ballottaggio. Vince chi ottiene anche un solo voto in più del secondo. In base al numero dei voti ottenuti, al governatore eletto verranno attribuiti tra il 60% e il 65% del numero dei seggi.

La scheda sarà di colore verde, e l'elettore potrà esprime il voto sia per un candidato alla presidenza che per una delle liste collegate allo stesso candidato. Non esiste dunque la possibilità del voto disgiunto, ovvero scegliere una lista diversa dal candidato presidente pena l'annullamento del voto.

Si potranno esprimere una o due preferenze scrivendo nome e cognome del candidato della medesima lista scelta. In caso di due preferenze, devono essere di sesso differente pena l'annullamento della seconda preferenza.


CORSA A CINQUE

Cinque dovrebbero essere i candidati a giocarsi la partita. Marco Marsilio del centrodestra, che in questi giorni è stato visto in Abruzzo con Salvini e ha vissuto in prima persona le contestazioni al ministro degli interni. Per il Movimento Cinque Stelle in gara una donna: Sara Marcozzi. La pentastellata che insieme ai consiglieri molisani Andrea Greco e Valerio Fontana si è impegnata anche per la riapertura del Ponte Sente (arteria di collegamento tra Molise e Abruzzo).

Per il centrosinistra ci sarà Giovanni Legnini, ex vicepresidente del Csm che ha dalla sua parte, al contrario del centrosinistra molisano un’ampia coalizione a suo sostegno, come sostenuto a Pescara durante l’inaugurazione del suo comitato. Poi ci sono l’outsider Fabrizio Di Stefano con liste civiche e il candidato di Casapound Stefano Faliani.

L’unica conferma alla guida della coalizione rispetto alle ultime regionali è proprio quella di Sara Marcozzi. Infatti nella scorsa tornata Luciano D’Alfonso era riuscito a riportare il centrosinistra alla guida della Regione, stracciando con il 46,26% dei voti il governatore uscente di centrodestra Giovanni Chiodi che si è fermato al 29,26%, mentre il Movimento 5 Stelle ottenne il 21,41% con Sara Marcozzi come candidata.

Alle politiche del 4 marzo invece la situazione si è completamente rovesciata, con il Movimento 5 Stelle che in Abruzzo ha preso il 39,85%. A seguire poi il centrodestra con il 35,53% e poi molto più staccato il centrosinistra con il 17,6%.

L’outsider Fabrizio Di Stefano viene da Forza Italia come Marsili ma si candida  con le liste Civiche per l’Abruzzo, Azione Politica e Avanti Abruzzo. Una scelta questa che ha aumentato il sostanziale caos che sembrerebbe regnare nel centrodestra abruzzese.

I SONDAGGI

Adesso che dopo la data sono stati ufficializzati anche tutti i principali candidati, il quadro politico in Abruzzo per queste elezioni regionali parrebbe essere abbastanza chiaro.

Dal 20 al 22 novembre l’istituto Quorum ha realizzato per Il Messaggero un sondaggio in merito alle elezioni regionali in Abruzzo. Quello che emergerebbe sarebbe un sostanziale testa a testa tra centrodestra e Movimento 5 Stelle, con il centrosinistra più staccato.

  • Centrodestra 34,5% - 40,5%
  • Movimento 5 Stelle 32,5% - 38,5%
  • Centrosinistra 20,0% - 26,0%
  • Altri 2,5% - 4,5%

Un altro sondaggio in ordine di tempo è stato realizzato dall’istituto Tecné a fine settembre e commissionato da Forza Italia. Il gran balzo della Lega porterebbe il centrodestra davanti al Movimento 5 Stelle.

  • Movimento 5 Stelle - 38,8%
  • Lega - 23,6%
  • Forza Italia - 13,4%
  • Partito Democratico - 12,4%
  • Fratelli d’Italia - 4,6%
  • Liberi e Uguali - 2,4%
  • Altri - 4,8%

Un primo sondaggio realizzato da CRM Solutions e pubblicato in data 20 luglioin merito alle elezioni regionali, faceva intendere che in caso di spaccatura nel centrodestra il Movimento 5 Stelle avrebbe la strada spianata per il successo.

  • Movimento 5 Stelle - 38,1%
  • Partito Democratico - 21,2%
  • Lega - 20,8%
  • Liste civiche centrodestra - 7,3%
  • Forza Italia - 5,7%
  • Fratelli d’Italia - 2,7%
  • Liberi e Uguali - 1,9%
  • Più Europa - 1,1%
  • Civica Popolare - 0,7%
  • Unione di Centro - 0,5%

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