Partecipa a Alto Molise

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Atei all'incontro di Assisi, l'idea partita da Domenico Lanciano

E' quanto chiedeva il filosofo in una lettera del 2002 inviata al Papa e al Cardinale Camillo Ruini

redazione
Condividi su:
AGNONE. Il filosofo Domenico Lanciano, calabrese domiciliato da tre cedenni in Agnone, nell’autunno 1984 ha fondato, assieme e numerosi aderenti, l’EWA – Erotology World Association che nei giorni 4-5-6 ottobre 1985 (giornate prettamente francescane) realizzava (con successo mediatico e di contenuti) nella città altomolisana (la città più francescana del Molise) un incontro ecumenico tra atei e religioni sul tema “Amore e religione” che ha avuto eco e clamore pure all’estero. Vi presero parte i cattolici (col vescovo Antonio Santucci e numerosi sacerdoti), islamici, greco-ortodossi, valdesi e Hare Khrisna oltre a medici, sociologi, antropologi e, ovviamente, un gruppo di atei. Poi il 27 ottobre 1986, un anno dopo, Papa Giovanni Paolo II realizzò in Assisi il primo incontro delle Religioni per la Pace. Nell’imminenza del secondo incontro delle Religioni per la Pace di Assisi del 24 gennaio 2002, lo stesso Domenico Lanciano ha scritto una lettera a Papa Wojtyla e al cardinale Camillo Ruini (allora presidente della Conferenza Episcopale Italiana e vicario generale del papa per Roma) chiedendo di invitare pure gli atei a quel secondo incontro delle Religioni per la Pace, dal momento che anche gli atei lavorano per la pace. Allora, purtroppo, la risposta del Vaticano fu negativa, quasi di sprezzante chiusura. Adesso, dopo nove anni da quel netto rifiuto, il terzo incontro delle Religioni per la Pace, appena celebratosi in Assisi pure nella ricorrenza dei 25 anni dal primo summit interreligioso wojtyliano, ha visto proprio gli atei partecipi a pieno titolo, per volontà del nuovo papa Benedetto XVI. E Domenico Lanciano esulta, fiducioso che anche gli atei possano contribuire, assieme alle religioni e a tutti gli uomini di buona volontà, alla pace nel mondo. Il filosofo calabro-agnonese ritiene di aver contribuito, in qualche modo con la sua lettera del gennaio 2002, all’avvenimento di Assisi 2011 e sostiene che il dialogo, come l’amore e la tenerezza, non è mai abbastanza indistintamente tra tutti e con tutti gli uomini di buona volontà, indipendentemente dalle rispettive posizioni intellettuali e di ricerca umana.
Condividi su:

Seguici su Facebook