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Salvini a Baglioni: pensa a cantare

Secondo Salvini, di immigrazione deve poter parlare solo lui

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Ricordo quando, nelle feste più importanti del mio paese (24 giugno, San Giovanni e 16 luglio, Madonna del Carmine), davanti casa mia si posizionava una bancarella gestita da un personaggio comicamente irresistibile che era lo spasso di noi ragazzi per il profluvio di frasi dette in rozzo romagnolo: “Venghino signori e signore, venghino, qui si vende di tutto e di bello. Prendete queste belle mutande! Mia sorella me le manda e io me le vendo”. Noi ragazzini ci intromettevamo per canzonarlo o imitarlo e lui: “Scio, ragazzini, lasciatemi lavorare, qui parlo solo io.

Il ricordo mi è tornato in mente ascoltando Il ministro degli interni replicare a Claudio Baglioni che si era permesso di parlare di immigrazione e di esprimere, in proposito, un suo parere. Queste le parole del ministro: “Baglioni, Canta che ti passa, lascia che di sicurezza, immigrazione e terrorismo si occupi chi ha il diritto e il dovere di farlo”. “… quando si parla di politica o immigrazione, I cantanti cantano, i ministri fanno". Come dire che il panificatore faccia il pane, il barista serva il caffè, il medico curi, lo spazzino pulisca le strade, ecc... ...  ma tutti zitti e mosca se si è richiesti di esprimere un parere politico su un argomento che riguiarda le coscienze di tutto il mondo. Ma che mondo è mai questo? Si resta basiti, preoccupati e avviliti. Un ministro degli interni, che dovrebbe preoccuparsi della sicurezza di ciascun cittadino della nostra repubblica, si scaglia contro uno di essi, dicendogli di tacere, scatenando, così, tutti i suoi facinorosi seguaci: "traditore"  "ipocrita che difende l'Islam", "comunista con il rolex" , "vecchio", "zecca".... ... 

Qualcuno potrebbe dire: Baglioni è personaggio noto che può influenzare l’opinione pubblica! Che vuol dire? Che tutti devono tacere? Taci, il nemico ti ascolta? Siamo in democrazia non siamo in guerra o sotto dittatura? 

Peraltro, il ministro Salvini e tutti i suoi facinorosi seguaci probabilmente non sanno che Claudio Baglioni è di casa a Lampedusa, dove, dal 2003 al 2012, ha organizzato il festival «O’ Scià», un saluto amichevole che si usa da quelle parti, con il quale divulgava dei semplici concetti che sono stati alla base della sua vita e che, a domanda fatta in questi giorni da un giornalista, non poteva non ripetere e cioè: “Ci sono milioni di persone in movimento, non si può pensare di risolvere il problema evitando lo sbarco di 40-50 persone, siamo un po' alla farsa. E ha aggiunto "Oggi il nostro Paese è incattivito, rancoroso, nei confronti di qualsiasi 'altro', visto come un essere pericoloso. Ormai, guardiamo con sospetto anche la nostra ombra"….. “è un grave problema, dobbiamo tutti metterci nella condizione di risolverlo". 

Chi è in buona fede, e non accecato da partigianeria politica, non può che accettare questo parere senza farne scandalo. Se Claudio Baglioni avesse fatto lo gnorri e ripudiato tutte le sue idee espresse durante tutta la sua vita, avrebbe semplicemente perso la faccia. Piuttosto che leccare il culo del potente Ministro degli Interni, Salvini, ha tenuto a salvare la sua dignità.

Di certo, in tutto questo,  Matteo Salvini, ministro e capo politico,  è ben lontano da quel che viene da molti attribuito a Voltaire: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire». 

 

 

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