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Terre di confine, se non ora quando?

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Premesso che: • Lo Stato denuncia tutta la sua debolezza; • la finanza pubblica, su cui si basa l’economia molisana, è in gravissima difficoltà; • gli elementi di solidarietà, tra zone ricche del paese e quelle meno ricche, sono ricordi sbiaditi del passato; • l’ opinione pubblica è giunta ad odiare la classe politica con i suoi costi e i suoi privilegi; non se ne può più di strutture e sovrastrutture amministrative vuote ed inefficienti (dalle comunità montane, alle provincie, alle zone metropolitane, alle mini-regioni che costano quanto quelle medie e grandi, ai consorzi, alle municipalizzate, ai comitati non solo di affari, ecc... ecc...), che drenano risorse finanziarie che andrebbero utilizzate per Attività Produttive, Strade, Ospedali, Scuola, Assistenza Sociale e altro ancora; • esiste un disegno, imposto dall'opinione pubblica, che prevede la sostituzione delle attuali Provincie con nuovi aggregati territoriali; • esiste un impegno verso l'Europa di creare sperimentalmente delle Zone Franche da fisco e burocrazia; • infine, c’è gente in giro che si attrezza a formare gruppi di pressione per ridisegnare quegli aggregati ad uso e consumo della propria zona di influenza (esempi eclatanti sono la pretesa di Molisannio o Moldaunia, verso la Campania o la Puglia, rispettivamente). è giunto il momento di mettere da parte divisioni partitiche e pensare a come rilanciare un TERRITORIO italiano che l'egoismo della Costa e le esigenze elettorali dei Partiti Politici hanno penalizzato fino all'umiliazione. Mi riferisco alle terre di confine tra Abruzzo e Molise sottoposte all'amministrazione di ben 4 Provincie (L'AQ, CB, CH, IS), terre che comprendono l'altomolise, l'altosangro e l'altovastese per un totale di 55 comuni con una popolazione complessiva di circa 53.000 persone. Queste terre hanno, certamente, sofferto del generale negativo flusso delle popolazioni verso i centri e verso la costa, ma questo fenomeno che in altre regioni d'Italia ha interessato il 40-45% della popolazione, nel caso di queste terre di confine ha interessato oltre il 73% della popolazione, quasi il doppio, quindi, di un fenomeno comune agli altri territori italiani. Perchè? Semplice: quelle terre erano sempre state unite per interessi comuni, sentire comune, valori comuni, assonanze, cultura, tradizioni. Con lo sviluppo della Costa e la creazione della Regione Molise e della Provincia di Isernia esse furono definitivamente smembrate. È giunto il momento di rimetterle insieme: se non ora, quando? L'opportunità viene data dalle discussioni sui nuovi aggregati territoriali che seguiranno alla eliminazione delle Provincie e, soprattutto, dall'impegno assunto dall'Italia, verso l'Europa, di costituire, in via sperimentale, delle zone franche da fisco e burocrazia. È il minimo che un'accorta classe politica possa fare nei confronti di un territorio che il fiume carsico della desertificazione demografica sta annientando. Enzo Carmine Delli Quadri Fondatore di ARAM, MAJELLA MADRE e ora di ALMOSAVA (1) (1) ALMOSAVA, acronimo di AL-to MO-lise SA-ngro VA-stese, sta a indicare, nella lingua popolare medioevale, la salvaguardia della propria terra (anima), quella terra che, intorno al corso medio alto del Sangro, con il Verrino e l'Alto Trigno, fu il luogo di origine della nazione sannita che per almeno cinque secoli (VI - I a.C) ebbe il suo cuore pulsante tra Castel di Sangro , l'antica Aufidena, gli altopiani di S. Pietro Avellana, Carovilli e Vastogiradi, Capracotta, Pescopennataro, Agnone e Pietrabbondante. Quelli che oggi sono territori di confine tra provincie e regioni, in origine confine non avevano. Fu da qui, secondo il Mommsen le cui teorie oggi vengono confermate dai più recenti scavi di Pietrabbondante, che generazioni di giovani migrarono per espandersi nelle valli di Isernia-Venafro e Bojano-Sepino per costituire i Pentri e poi, un secoli di primavere sacre, verso Benevento e la Campania per formare Caudini, Hirpini e Lucani. Il santuario di Pietrabbondante fu il luogo politico e sacro ove tutti i Sanniti si riconobbero come nazione fino alla fine (82 a.c.). ALMOSAVA nasce per la difesa della Gente di Montagna dei territori di confine posti tra le due regioni, Abruzzo e Molise, umiliati dalla distribuzione su ben 4 provincie; nasce perchè i suoi territori, da sempre uniti per cultura, tradizioni, assonanze, comune sentire, storia, dialetti, siano amministrati da un unico e solo organismo amministrativo nell’ambito della ritrovata unione tra Abruzzo e Molise: - contro la negligenza e l'arroganza dei Centri Regionali e Provinciali; - contro l'egoismo della COSTA Adriatica - contro i privilegi della CASTA Politica
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