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Giornata della memoria, il professore Tanzj a Fiumicino per raccontare le vicende del campo di concentramento agnonese

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Il giorno martedì 29 gennaio, alle ore 11,00, presso il Liceo Leonardo da Vinci a Fiumicino, Francesco Paolo Tanzj e Vania Mancini interverranno per raccontare le vicende del Porrajmos di Rom e Sinti nel Campo di Concentramento di San Bernardino ad Agnone. Il convegno è denominato "Appuntamento con la memoria". 

Il campo di concentramento è allestito nel luglio 1940 nell’ex Convento di S. Bernardino da Siena, di proprietà della Diocesi di Trivento, che dopo essere stato abbandonato per un lungo periodo, era stato adibito dal 1931 a Seminario estivo. Ha una capienza di circa 150 posti, sistemati in 7 camere grandi e 9 piccole. Manca l’impianto di riscaldamento.

La rivista In storia, ricorda che era diretto da un Commissario di Polizia. La vigilanza è affidata ai Carabinieri, che allestiscono un posto fisso nell’edificio. All’inizio, gli internati sono solo uomini, appartenenti alle categorie dei sudditi nemici (soprattutto inglesi) e degli ebrei stranieri (soprattutto tedeschi ed austriaci). Successivamente, i primi vengono trasferiti in altri Campi. Nel luglio 1941, anche gli ebrei (57) sono trasferiti ad Isernia , mentre dal Campo di Boiano, che viene chiuso, arrivano il 15 luglio 58 Rom. Da allora il Campo diventa misto (uomini e donne) e accoglie solo rom originari della Jugoslavia, salvatisi dallo sterminio pianificato dagli Ustascia croati.

Da questo momento le condizioni di vita degli internati rom peggiorano notevolmente e soffrono anche la malnutrizione. Anche la libertà di movimento è notevolmente ristretta, mettendo anche delle inferriate alle finestre, in quanto i rom attuano vari tentativi di evasione e spesso venivano alle mani tra di loro, causando risse. Però, quando la CRI effettua una ispezione, il 21 giugno 1943, sia l’alimentazione che le condizioni igienico-sanitarie sono migliorate. Infatti, i rom coltivano l’orto, possono lavarsi con acqua calda tre volte al mese ed un medico effettua periodicamente delle visite. I malati più gravi sono trasferiti all’ospedale di Isernia. Alcuni rom sopravvissuti hanno dichiarato che la vita per loro era abbastanza accettabile, essendo abituati a vivere in condizioni molto precarie. Dopo l’8 settembre, i Carabinieri liberano gli internati, molti dei quali si uniscono ai partigiani. Altri, invece, rimasti nella zona, vengono catturati dai tedeschi ed impiegati nella scavo di fossati anticarro e nelle deposizione di mine.

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