Il Governo del Cambiamento aveva previsto 4 mesi fa che il PIL (la ricchezza nazionale italiana), grazie alla sua manovra di bilancio 2019, sarebbe aumentata del 1,5%.
Dopo i mesi trascorsi a discutere con la Commissione Europea per convincerla della bontà delle proprie scelte, il Governo aveva convenuto che la sua previsione era troppo ottimistica e aveva ridotto le previsioni all’1%. In quell’occasione, non mancarono le dichiarazioni congiunte di Conte, Di Maio e Salvini contro la Commissione per la sua incapacità di visione o la sua ipotizzata opposizione al nuovo governo italiano: la nostra è una manovra di crescita; l’Europa dovrà ricredersi.
A distanza di pochi giorni, e siamo a gennaio di quest’anno, prima l’Ufficio parlamentare di bilancio, l’Autorità italiana indipendente sui conti pubblici, poi via via tutte le grandi istituzioni nazionali ed estere come la Banca d’Italia o il Fondo Monetario o l’OCSE, o le agenzie di Rating, fanno cominciato a sfornare dati sempre meno lusinghieri. Macché 1%, sarà 0,8%, no 0,6%, no 0,4% o addirittura 0,3%. Contro queste analisi e valutazione, sempre Conte, con Di Maio e Salvini, hanno dichiarato all’unisono: lasciateli perdere, hanno sempre sbagliato tutto.
E arriviamo a questa sera quando l’Ufficio parlamentare di bilancio, l’Autorità italiana indipendente sui conti pubblici, ha fatto sapere che i "i rischi al ribasso" sulle ultime previsioni di crescita sono aumentati rispetto alle valutazioni di qualche mese fa. E, anticipando i dati che l’Istat dovrebbe divulgare stamattina (qualcuno deve averlo informato), Giuseppe Conte è intervenuto per dichiarare: “Probabilmente già domattina verrà fuori una nuova rilevazione Istat. Mi aspetto un'ulteriore contrazione del pil per il IV trimestre dell’anno in corso”.E siccome il terzo aveva già fatto segnare un -0,1% per cento, questo significa che l'Italia non cresce da due trimestri consecutivi. Ergo è in“recessione tecnica”(in altri termini va male per le imprese, per l’occupazione e per il paese tutto). Ma anche in questo caso Il premier, come già 4 mesi fa e come poco tempo fa, invita a non dare troppo peso alle statistiche: “Questi dati, come quello che arriverà domani, ci fanno pensare, ma dobbiamo guardare al futuro” e ha aggiunto: “Faticheremo ancora nei primi mesi dell’anno, ma già nel secondo semestre del 2019 le cose andranno meglio”. Immagino che, già domattina, anche Di Maio e Salvini si accoderanno a questa ormai stanca litania: “questi sbagliano, i dati non dicono nulla; la colpa è dei governi precedenti; con le decisioni da noi assunte le cose andranno bene!!.
Campa cavallo che l’erba cresce
Per chi non lo sapesse, il bilancio 2020 parte già con un -30 miliardi circa da trovare per coprire misure una tantum del bilancio 2019 e per le clausole di salvaguardia Iva.
Per disinnescarle c'è il rischio di tagli alla spesa sanitaria, alla spesa pensionistica e alle spese per il mantenimento degli attuali servizi, senza escludere una bella patrimoniale che faccia da tappabuchi a questo scellerato modo di affrontare i problemi economici del paese.
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Nota Bene: In economia la recessione è una condizione macroeconomica caratterizzata da livelli di attività produttiva più bassi di quelli che si potrebbero ottenere usando completamente ed in maniera efficiente tutti i fattori produttivi a disposizione, in contrapposizione dunque al concetto di crescita economica.