“Come ho più volte avuto modo di dire, la conquista dell’autonomia regionale nel 1963 non volle dire solo la creazione dell’Ente Regione in Molise, ma significò l’intensificazione della presenza degli organi dello Stato sul territorio. Furono create direzioni, dipartimenti; furono rafforzate le strutture prefettizie, ma anche di polizia o delle altre forze dell’ordine per renderle consone ad una realtà regionale autonoma, a un capoluogo di regione, Campobasso, e di Provincia, Isernia. Queste conquiste sono state messe in discussione più volte negli ultimi anni da ipotesi di ridimensionamento, razionalizzazione, riorganizzazione di vari apparati dei Ministeri. Pare essere ora la volta della Questura di Campobasso. Legittima certamente la volontà di organizzare le risorse umane e strutturali sul territorio nazionale, ma per tale finalità non si può e non si deve mortificare territori come il nostro, sguarnendoli della presenza più rappresentativa e sentita dello Stato: le forze dell’ordine, nel caso della Polizia di Stato”.
Lo ha detto il Presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, commentando la notizia, di un eventuale “declassamento” della Questura di Campobasso, nell’ambito di una riorganizzazione nazionale portata avanti dal Ministero dell’Interno.
“Il Molise –ha continuato il Presidente Micone-, ce lo diciamo e ce lo dicono anche tutti i rapporti sulla sicurezza, essendo terra di confine con realtà ad alto indice di criminalità organizzata, è sempre a rischio infiltrazione; ridurre la presenza delle Forze dell’Ordine, e segnatamente della Polizia, per qualsiasi motivazione logistica o organizzativa nazionale, significa come minimo aumentare questo rischio. Non secondaria l’inevitabile ricaduta in termini occupazionali che la riduzione di ogni struttura sul territorio presenta. Come Consiglio regionale saremo molto vigili su questi processi e qualora essi dovessero concretizzarsi, saremo pronti a svolgere pienamente e senza indugio il nostro ruolo istituzionale di massima rappresentanza politica di questa terra, consapevoli che la sicurezza rappresenta un bene prezioso e irrinunciabile di una comunità”.
Contrario al declassamento della Questura di Campobasso anche il sindaco e presidente della Provincia di Campobasso Antonio Battista.
"Riguardo al paventato declassamento della Questura esprimo, come sindaco e presidente della Provincia di Campobasso, il forte dissenso per questa che mi auguro resti solo un’ipotesi. La speranza è che il mio appello venga ripreso anche da altri amministratori locali e dai parlamentari che ci rappresentano a Roma, affinché nessuno tocchi il nostro presidio. Certo il grado di sicurezza in cui viviamo è dettato dal basso grado di criminalità dei molisani, condizione che però non va assunta come dato di riferimento, ma quale risultato di una presenza costante e di un’azione strategica dei dirigenti della Questura e di tutte le forze dell’ordine che hanno saputo tutelare questa regione che fa da cerniera e da barriera a territori che registrano un tasso di criminalità, anche organizzata, tra i più alti d’Italia. Un simile risultato positivo non può essere dimenticato né tralasciato da chi ha il compito di riorganizzare gli uffici periferici. La mia preoccupazione nasce anche dalle ripetute penalizzazioni che quest’area e questa città in particolare continua a subire. Città che vale la pena ricordare è un capoluogo regionale che ogni giorno si confronta con istituzioni che attengono al rango di capoluoghi di regione. Declassare la Questura significherà avere, nel tempo, ripercussioni sul personale locale ma vuol anche dire che oggi i vertici nazionali hanno poca considerazioni di realtà come la nostra. Cambiano i governi, ma non cambia l’atteggiamento verso chi, come noi, è lontano per numeri e distanze dai centri di potere. Mi domando per quale motivo occorra declassare, e mi chiedo quale o chi ne trarrà vantaggio".