L'ambiente che regnava questa mattina intorno al carcere di Campobasso era quello di solidarietà all'agente sospeso dal servizio. Dopo aver evitato la fuga di un detenuto puntandogli la pistola addosso. Dal segretario del Sap Aldo Di Giacomo a Don Francesco, il cappellano della casa circondariale di Campobasso, è tutto un coro di vicinanza all'agente. C'erano anche molti altri colleghi pronti a testimoniare che non aveva mai agito in questo modo e che si è trattato di un caso isolato. La posizione del segretario nazionale del Sap è dura nei confronti di chi in questo momento sta punendo il sospeso.
"Non cambieremo idea e non arretreremo di un passo neanche nel caso di punizione, anche nei miei confronti. – ha detto Aldo Di Giacomo – Solidarietà per il collega sì, ma anche per un intero sistema, quello carcerario, che oggi va assolutamente rivisto. Aggressioni continue nei confronti della Polizia Penitenziaria e nei confronti dei detenuti più deboli. Dobbiamo partire dalla rieducazione dei carcerati".
Don Francesco ha anche aggiunto di più. "Gli altri detenuti - ha sostenuto- sono dalla parte dell'agente sospeso e questo la dice lunga su quanto avvenuto la settimana scorsa. Può essere dettato da una situazione di stress nei confronti di chi svolge anche mansioni a cui non è abituato. Francesco (è il nome di battesimo dell'agente sospeso) non deve vergognarsi di nulla, deve passeggiare per la città di Campobasso con assoluta tranquillità . E' un uomo assolutamente diverso da quello che si è voluto dipingere a livello nazionale in questi giorni. Trenta secondi di video non possono cancellare una vita condotta sempre all’interno della correttezza e a favore della rieducazione dei detenuti".