C’è un Governo che esprime un ministro degli Esteri il quale, prima di poter intervenire, deve ascoltare, via radio o tramite socials, quel che pensano Salvini o Di Maio o il chavista De Battista e dopo, solo dopo, può fare una sintesi e trasmetterla al mondo che, oramai, considera la parola del nostro ministro degli Esteri come palline di neve al sole. Ma ci sono anche situazioni, come il caso Venezuela, in cui non sa che pesci prendere. E’ di fronte a tutto il mondo lo scenario di quel che sta succedendo in quel martoriato paese:
- Innanzitutto il 10 gennaio scorso Maduro si è insediato per il suo secondo mandato presidenziale e non intende recedere.
- L'opposizione non ha mai riconosciuto il Mandato perché le elezioni dello scorso maggio "mancavano di legittimità" (non vi hanno potuto partecipare tutti i partiti politici, non vi erano osservatori internazionali e mancavano di standard e garanzie per un voto "equo, libero e trasparente".. Sulla stessa lunghezza d’onda si ritrovano i 13 paesi del 'gruppo di Lima' (Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Guyana, Honduras, Panama, Paraguay, Perù e Saint Lucia), i quali chiedono che Maduro trasferisca i suoi poteri all'Assemblea nazionale, il parlamento dominato dall'opposizione;
- il paese è economicamente in ginocchio;
- tre milioni di persone hanno preferito l’esilio;
- milioni di persone sono scese in piazza per chiedere a Maduro di programmare nuove elezioni parlamentari e presidenziali;
- Maduro ha reagito portando in piazza i militari;
- almeno 40 persone sono morte durante le recenti proteste, di cui 26 sono state uccise da spari delle forze di sicurezza o di gruppi armati di appoggio. Il bilancio provvisorio degli scontri avvenuti tra il 21 e il 26 gennaio comprende anche 850 persone arrestate, tra cui 77 minori.
- Tutto il mondo occidentale si è schierato con il popolo venezuelano.
Di fronte a questo scenario terrificante, l’Italia, da giorni se non mesi, tentenna tra la posizione vicina al mondo occidentale e la posizione vicina a Maduro e i suoi militari. Mattarella è intervenuto per dire basta a questa carnevalata. Di Battista, da parte sua, si produce in contraddittorie deliranti dichiarazioni: “Trump è il miglior presidente che gli USA abbiano mai avuto, compreso Obama il golpista”. “Maduro non si tocca”. Di Battista dovrebbe collegare il cervello alla lingua perché non si capisce come possano conciliarsi le due posizioni di “Maduro va difeso con le unghie ei denti” e “Trump che vuole cacciarlo è il più grande Presidente degli USA”. Qualcuno la svegli. Che Guevara è già stato tra noi e c’è bastato.