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Toma stoppa la crisi Lega: non sfiducerò Mazzuto per un problema interno del partito

Alle due consigliere di maggioranza Romagnuolo e Calenda: " ne parleremo dopo le amministrative"

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Dopo Matteo Salvini anche il presidente della Regione Donato Toma si schiera con l'assessore Luigi Mazzuto. E al termine di una conferenza stampa sostiene di non avere alcun motivo per rimuoverlo. E' il presidente stesso a ridimensionare tutto e a sostenere che si tratta di un problema politico all'interno di un partito che non può e non deve mettere in discussione una coalizione prima di un appuntamento importante come le elezioni amministrative del 26 maggio. 

"Non ho alcun motivo per sfiduciare Mazzuto - ha sostenuto Toma- il quadro politico lo ho chiaro dal 22 aprile scorso. L'assessore gode della mia personale fiducia e quindi non vedo perchè dovrei esautorarlo ed è inoltre il coordinatore regionale della Lega, gode della fiducia del suo partito e del segretario Matteo Salvini. Perché dovrei aprire una crisi politica immotivata a pochi mesi dalle amministrative?. Domani in consiglio ci sono tanti argomenti importanti di cui parlare e riguardano i molisani. Se le due esponenti di maggioranza vorranno affrontare un ragionamento politico con me ne parleremo a giugno". 

Toma sembra essere quindi sicuro di se stesso. O perché si è già confrontato con le altre forze di maggioranza ed è sicuro di ottenere sempre il famoso 11 a 10 durante le votazioni dei provvedimenti. Oppure perché vuole tenere fede ai patti fatti con Matteo Salvini e non perdere quindi quel contatto col Governo Conte utile a far funzionare le cose in Molise. A questo punto vedremo come si comporteranno le consigliere dissidenti Aida Romagnuolo e Filomena Calenda. Domani mattina loro sostenitori saranno davanti al Consiglio regionale a manifestare contro Salvini e Mazzuto. A questo punto resta solo da verificare se le minoranze presenteranno domani la mozione di sfiducia contro l'assessore regionale Mazzuto reo di aver espresso un parere favorevole al regionalismo differenziato rimanendo fedele a Salvini e contro il resto del consiglio regionale. 

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