Il Segretario Generale Nazionale della CGIL, Maurizio Landini, ha affidato un proprio messaggio a Michele Petraroia da recapitare al Sindacato dell'Uruguay e ai familiari di Rosario Pietraroia in occasione dell’iniziativa programmata in suo ricordo, per il 28 febbraio 2019 a Montevideo, nella sede dei lavoratori metallurgici, intitolata al dirigente di origini molisane.
Landini si sofferma sul coraggio, sull’impegno generoso e sulla sensibilità umana, sociale e politica di Rosario che l’hanno portato ad essere un riferimento internazionale per il movimento sindacale e per tutti coloro che si battono contro ogni tirannia.
La targa, che sarà scoperta il 28 febbraio e che sarà donata in copia al figlio di Rosario, Juan Pietraroia, segnerà a perenne ricordo il legame dell’Italia e del Molise con la PIT – CNT ed i lavoratori metallurgici dell’Uruguay, nel nome di una figura originaria di Cercepiccola (CB), e andrà a sommarsi alla ricostruzione della mobilitazione mondiale per la liberazione dal carcere di Rosario Pietraroia che si trova presso il Monumento Nazionale alla Memoria e alla Libertà di Montevideo.
Ecco il testo del messaggio del segretario della Cgil
Carissimi compagni, è con sincero e profondo senso di amicizia che vi trasmetto questo messaggio da parte della CGIL, in occasione della cerimonia a ricordo di Rosario Pietraroia, dirigente sindacale urugayano che ha dedicato la sua vita per i diritti dei lavoratori, per la democrazia e per la libertà . Figlio di un emigrante italiano di Cercepiccola (CB) in Molise, Rosario iniziò a lavorare da adolescente come fabbro d'opera e tornitore meccanico in aziende metallurgiche dell'Uruguay, e da subito si avvicinò all'impegno sindacale. Il suo contributo per unire i metalmeccanici fu determinante così come il suo impegno in periodi storici caratterizzati da profonde contrapposizioni sociali e politiche. Il suo ruolo di guida e di riferimento politico e sindacale assunse la dimensione nazionale per poi superarla, esponendolo alla violenta repressione del regime militare e golpista che si scatenò in Uruguay e negli altri paesi dell’America del Sud a partire dal golpe militare del 1973. Rosario fu arrestato il 19 gennaio 1976 venne torturato e rimase in carcere fino al 1984. Durante questo periodo venne nominato Presidente onorario dell'International Union of Metal e furono molteplici le mobilitazioni promosse in tutto il mondo, e a cui aderì con convinzione anche la CGIL, per chiederne la liberazione per ragioni umanitarie e per il suo stato di salute. Rosario come sappiamo uscì di prigione solo nel 1984 con danni irreparabili per la sua vista, ma pur in condizioni precarie continuò ad essere punto di riferimento per il movimento sindacale uruguayano e latinoamericano, offrendoci un esempio di generosità , coerenza e passione ideale. Se oggi esiste il PIT CNT, esperienza straordinaria, unica nel continente americano di unità sindacale in grado di superare le differenze e gli orientamenti politici per un valore supremo come è l’unità dei lavoratori e delle lavoratrici, è anche merito di questo figlio di emigrati, operaio, autodidatta, che ci ha lasciato in eredità un esempio di dedizione, di coraggio e di coerenza straordinaria. Grazie Rosario, figlio di italiani, cittadino uruguayano, sindacalista e compagno, siamo onorati di ricordarti e di prendere il testimone che ci hai lasciato per costruire una società democratica, fondata sul rispetto dei diritti umani, sull'uguaglianza e sulla giustizia sociale. Con affetto.