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Conte lo spaccone (Renzi, in confronto, è un pischello)

Si fa beffa degli altri e se la ride

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Finora aveva sfoderato uno stile e un linguaggio composti, istituzionali e affidabili che avevano fatto da contrappunto alle sgangheratezze leghiste, alle gaffe grilline e alle sbruffonerie dei renziani. In concreto, Conte aveva dato l’immagine della pacatezza e della concretezza”, contrastando l’immagine dei suoi detrattori di un ameboide prestanome dei due vice premier Salvini e Di Maio.
In poche settimane, con uscite improvvide e azioni da azzeccagarbugli, ha distrutto la sua immagine creatasi, in verità, finché non si era esposto.
Ha iniziato il 2019 proclamando: “Sarà un anno bellissimo”. È stato smentito in poche settimane da tutti gli organismi nazionali e internazionali, perché la previsione di crescita dell’1%, fatta dal suo Governo è stata ridimensionata a un pericoloso -0,2%.
In merito al progetto Tav che tanto divide le due forze politiche al potere, ha detto: “Stiamo studiando con attenzione e in profondità tutti gli atti riguardanti il progetto e a breve prenderemo una decisione". Passate poche ora, Il nostro Presidente del Consiglio, da fine avvocato, ha preso una decisione che non è una decisione. Ha trovato un cavillo giuridico che consente ai 5S di dire che il TAV non si fa e alla Lega di dire che il TAV si fa.
Aveva dichiarato: “Sarò l’avvocato degli Italiani”. Ha chiaramente dimostrato di essere l’avvocato delle due forze politiche al Governo, per preservarne il potere, entrando in chiaro conflitto di interesse, perché, così facendo, preserva la sua poltrona.
Aveva sempre dimostrato rispetto per la gente e i giornalisti. Oggi, si fa beffe di loro, li irride canticchiando, prendendoli in giro, rispondendo con domanda a domanda, ponendosi sopra alle questioni da loro poste come fossero delle mosche che infastidiscono.
Per finire, per ora, l’11 febbraio 2019, come da video dell’Espresso, attorniato da giornalisti che gli chiedevano la sua opinione sull’autonomia differenziata delle regioni, dichiara senza che nessuno lo contesti, per la gaffe poderosa: "Io sono, quale Presidente della Repubblica, garante della coesione nazionale". Il povero Mattarella, il solo e unico nostro Presidente della Repubblica, deve subire queste cialtronate.
Ce n’è abbastanza da essere preoccupati.

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