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"I figli non sono indigestioni da superare con una pastiglia"

Agnese Pellegrini, esponente pro-life, contro l'introduzione della Ru486

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"NON ci vuole neppure un po' di zucchero: la pillola va giù e, senza pensarci troppo, uccidi un bambino. Tuo figlio". Con questa brutale, ma veritiera affermazione, Agnese Pellegrini, nota esponente pro-life, già candidata in Molise con la lista di Giuliano Ferrara "Aborto? No, grazie", interviene nell'attualissimo dibattito innescato dall'introduzione, anche in regione, del farmaco abortivo Ru486, la "pillola killer". "Il problema della Ru486, introdotta anche in Molise, è un falso problema. - spiega la giornalista Pellegrini - Quel che conta, quel che va discusso, non è la tecnica abortiva, basta prendere una piccola pillola e il bambino non c'è più, come se si trattasse di un mal di testa, o un mal di denti, ma l'aborto stesso, l'uccisione, volontaria e più o meno cosciente, della propria prole. Si dice che una società evoluta si riconosca dal grado di tecnologia; in realtà, una società si riconosce dalla capacità di perseguire obiettivi positivi per quella che, una volta, chiamavamo civiltà. Noi dei movimenti pro-life riteniamo che sia evoluta e civile solo quella società che rispetta la vita e utilizza consapevolmente le proprie competenze tecnologiche per realizzare quest'obiettivo. Per assicurare dignità e libertà non solo alle donne, ma anche ai bambini, indifesi o non ancora nati. Da donna a donna: siamo sicure che l'illusione della Ru486, l'aborto facile e indolore, l'aborto senza troppi sensi di colpa, perch‚ fatto a casa e immediatamente, siamo sicure che la favola che ci raccontano sia vera? Non è forse comunque dolorosissimo sbarazzarsi di un figlio mandando giù una pillola nell'indifferenza di sentimenti e sensazioni che non hanno nulla a che vedere con quell'umanità, genuina e vera, per la quale da secoli l'uomo e la donna combattono? L'aborto facile, privatizzabile, banale, è il nuovo specchietto per le allodole del nostro secolo; senza senso di responsabilità, senza attenzione alla vita, senza consapevolezza della famiglia e senza educazione alla sessualità. In Molise - continua Pellegrini - aumentano i casi di ragazze minorenni che scelgono di abortire. E' davvero questo il modello educativo che vogliamo lasciare alle nostre figlie? Ragazze che, a 15 16 anni, non hanno alcuna consapevolezza dell'amore e praticano il sesso con la stessa facilità con cui si ingoia un'aspirina. Dal governo regionale, che ha approvato l'introduzione della Ru486, mi aspetto ora, diciamo per par condicio, che approvi l'introduzione di seri percorsi di prevenzione e di formazione nelle scuole, di consultori e servizi sociali. Perché la donna non si tutela abbandonandola nella sua casa, con la sua pillola. Perché i bambini non sono indigestioni, da superare con una pastiglia".
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