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Il fondo/ Smantelliamo il Pit (Partito ingordi trasversale)

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Dalle pagine del Corriere della Sera, i soliti Stella e Rizzo, continuano la loro “Crociata” per la moralizzazione della politica e contro la corruzione che regna sovrana ad ogni livello della nostra vita pubblica. Se ne sono lette di tutti i colori e persino la nomina, in questo ultimo Governo, di un sottosegretario che non rispecchia del tutto i canoni a cui Monti dice di ispirarsi. Comunque fa ben sperare il fatto che lo stesso Presidente del Consiglio abbia rinunciato completamente al compenso per le sue cariche governative. Però, senza mezzi termini, non basta! bisogna andare oltre: per sopportare gli enormi sacrifici impostici vogliamo vedere altro e lo vogliamo vedere anche alla nostra portata a cominciare dalla Regione passando per gli enti sub regionali, Comuni e Province senza tralasciare la miriade di rivoli e ruscelli in cui si perdono incarichi e consulenze e surrogati contrattuali di ogni genere. In poche parole smantellare il “PIT” – partito ingordi trasversale - . Un altro segnale ci è pervenuto dalla conferenza stampa di presentazione della “manovra” la volontà di smantellare le giunte provinciali e ridurre drasticamente i consigli (dieci consiglieri), e di tornare a considerare tutti gli incarichi presso gli enti locali e surrogati vari prettamente onorifici senza alcuna contribuzione. Che colpo! Certo sarei curioso di vedere cosa sarebbe accaduto, in presenza di una simile regola, poco più di un mese fa durante l’ultima campagna elettorale……… Di sicuro avremmo sfoltito le liste di tutti coloro che intendono surrogare il lavoro con un incarico politico -vi garantisco non erano pochi -; la fila dei “clientes” non sarebbe stata così fracassona e ingombrante tanto da risultare palesemente e subdolamente interessata all’esito complessivo del risultato. Ma questo è più frutto di una “Rivoluzione Culturale” che di una serie di norme e decreti imposti. Leggendo il “Mio libro paesano” di Luigi Gamberale si apprende che il nostro primo rappresentante al parlamento nazionale, Ippolito Amicarelli, per recarsi a Torino dovette fare dei debiti e solo il buon cuore di Cavour, attraverso un incarico di Ispettore scolastico in Basilicata, cercò di fargli recuperare qual cosina; l’Amicarelli, recatosi presso la Tesoreria per riscuote, notò che l’importo era superiore al suo reale rendiconto e rifiutò il di più che gli si voleva corrispondere. Altri tempi, altre tempre! E che dire del Sindaco Ionata, si dice in Agnone, “ vendette le sue proprietà per dare l’illuminazione al paese” e non solo: guardare attentamente su qualche targa sbiadita all’interno della Fontana di Piazza Plebiscito per notare il suo nome. Altri uomini, altri amministratori! Dopo qualche secolo cerchiamo a fatica ancora di ricordare questi illustri concittadini che ci sono di esempio e di sprone, certo non avrebbero mai aderito al PIT bensì si sarebbero iscritti, senza indugio, al Partito della coerenza e del sacrificio: merce rara nei nostri supermercati ma, per quel poco che c’è ne, ancora capace di suscitare commozione tra il compassato e professorale gabinetto Monti. Armando Bartolomeo
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