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Un mini parlamento tra Comuni per rilanciare l'entroterra

L'idea del professor Francesco Paolo Tanzj

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AGNONE - Giovani e coesione: le due grandi ancore di salvezza per territori alla deriva. E’ il 2010 quando il professor Francesco Paolo Tanzj, con la quinta liceo di allora, mette al mondo il progetto “Dall’Europa all’Alto Molise-Vastese unito”. Oggi, a circa un anno e mezzo dal primo convegno, intervistiamo il professor Tanzj riguardo ai problemi dell’area, alle possibili soluzioni ed infine al rapporto giovani-territorio. Professore, il progetto iniziò nel 2010, con la classe quinta di allora, proseguendo nel 2011 con un'altra classe quinta; e ora? Il progetto continuerà? O è fermo? “Il progetto per adesso è fermo. Purtroppo non è proseguito. Ci si aspetta che arrivati a questo punto, viste le condizioni attuali dello stato italiano e, in particolare, della zona in cui viviamo, siano gli stessi ragazzi a chiedere di proseguire l’opera dei loro predecessori". Quindi per lei l’idea di “abbandonare i campanilismi” in favore di un’unione culturale è ancora giusta. “Senza ombra di dubbio. Credo che, come possiamo vedere dalla cronaca (europea, nazionale e locale), la divisione e gli scontri siano amici della crisi economico-politica e che proprio per questo motivo sarebbe ora di darsi “man forte” per fronteggiare questa grave situazione". Il suo progetto e le sue idee hanno trovato conferma in altre associazioni che in modo più “istituzionale” vogliono una riunificazione tra territori di Abruzzo e Molise. Lei concorda con le idee espresse da associazioni come “Majella madre” e “Almosava”? “Si, in parte. Ritengo che in questo primo momento non si possa subito mirare ad un’unione istituzionale bensì si debba concentrare la propria attenzione su ciò che io chiamerei un “Parlamentino di comuni” ovvero un consorzio tra comuni al quale dovrebbero partecipare tutti i sindaci dell’area assumendosi la responsabilità e l’obbligo di indire riunioni per creare un concreto programma di azione per queste zone e, se possibile, di costituire un fondo monetario comune da utilizzare per rilanciare il territorio. Ritengo addirittura che un consorzio del genere potrebbe anche ottenere dei finanziamenti dall’Unione Europea". Lei perciò crede fermamente in progetti che vadano in questa direzione. “Personalmente vedo con enorme favore l’abolizione delle province ed è proprio per questa ragione che credo che non solo sia possibile ma sia anche necessario creare fin da adesso dei nuclei territoriali che proteggano queste zone. Credo sia utile farsi trovare pronti allo smantellamento delle province". E’ ovvio che crede nel cambiamento, è noto che lei creda nei giovani. Tempo fa pubblicò un articolo nel quale criticava i giovani; ha qualcosa da dire a riguardo? "Innanzitutto ci tengo a sottolineare che il mio articolo voleva essere una provocazione. Una sfida ai giovani affinché possano smettere di aspettare passivamente. E’ un vostro diritto ed un vostro dovere far vedere che ci siete. Credo che voi giovani siate la chiave di un movimento che possa rigenerare fino alla radice queste terre. Solo così potrete avere la possibilità di lavorare anche nel paese nel quale siete nati. Credo che sia necessario che i giovani si confrontino quotidianamente (internet e la tecnologia in generale possono darci una grande mano) e, al loro ritorno, durante le vacanze, dovrebbero incontrarsi personalmente per discutere dei problemi di Agnone, dei piccoli paesini dell’area. Cercare delle soluzioni comuni e spingere gli adulti a perseguirle. Ritengo che se ci si crede: tutto è possibile".
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