AGNONE. Alcuni decenni fa agli italiani, emigrati all’estero, poteva capitare di leggere cartelli come “Vietato l’ingresso agli italiani” oppure, nel nord Italia, “Non si affitta a meridionali”. Adesso la stessa Italia si trova nella situazione di avere a che fare con una sempre più massiccia immigrazione da ogni parte del mondo. Nel nostro Paese c’è, salvo lodevoli eccezioni, insufficiente spirito di accoglienza e di integrazione, mentre la cronaca nera ci informa di frequenti aggressioni e persino stragi criminali o razzistiche verso immigrati poveri (come quella, recentissima, del 13 dicembre a Firenze contro senegalesi). In Molise e dintorni la situazione pare più accettabile. Però, ad esempio, in Agnone, tutti i cosiddetti “stranieri” (che brutta parola!) o “extra-comunitari” (altro brutto termine) presenti in città e nei dintorni, non hanno un luogo dove incontrarsi tra di loro e con gli altomolisani, o dove esercitare i sacri diritti religiosi. Per loro c’è soltanto la possibilità di passeggiare per strada (anche nei rigori dell’inverno) oppure un rifugio individuale o di piccoli gruppi nei vari bar, ma senza vera e propria socializzazione ambientale.
L’Università delle Generazioni ritiene che le Istituzioni Locali (e, in particolare, i comuni, gli enti religiosi e le associazioni) dovrebbero farsi promotori di un gesto di accoglienza verso i tanti lavoratori “non-molisani” presenti nel nostro territorio, cercando di aprire un apposito Centro per i cosiddetti “immigrati” che sono comunque nostri “concittadini” non soltanto perché cittadini del mondo ma anche e soprattutto perché contribuiscono con il loro lavoro e i loro sacrifici al benessere sociale ed economico della nostra comunità. Perciò, tale Centro potrebbe denominarsi, pure simbolicamente, “Villaggio globale”.
Tale idea-proposta parte da lontano, da quando, cioè, nel 1994 l’Università delle Generazioni ha tradotto in italiano le poesie di Ysmen Pireci, un esule ed intellettuale kossovaro che allora faceva il guardiano di pecore a Capracotta. Intitolammo quella raccolta proprio “Il villaggio senza nome” poiché gli immigrati in Alto Molise erano, già a quel tempo, tanto numerosi che, se messi insieme, avrebbero potuto costituire una vera e propria comunità ed in effetti erano già un simbolico “villaggio” però senza nome poiché non avevano un luogo dove incontrarsi tra di loro e con gli altomolisani, né un posto dove, in particolare, poter esercitare, appunto, i loro sacri diritti religiosi. Sono ormai quasi 18 anni che l’Università delle Generazioni sta cercando di ottenere un luogo e un nome da dare a questa comunità, a questo “villaggio” di nostri fratelli che vengono da lontano e che qui solitamente non hanno né famiglia né amici, ma potrebbero trovare un calore ed una accoglienza sociale proprio in Agnone città di grandi tradizioni civili, umanitarie e religiose, la più francescana del Molise.
Perciò, sperando che adesso i tempi siano più maturi, l’Università delle Generazioni chiede alle SS. VV. II. e a tutti coloro che sono più sensibili ai temi della migliore accoglienza del “forestiero” (specie se in spirito evangelico) di concorrere per realizzare insieme “Il villaggio globale” ovvero un Centro d’incontro tra e con gli immigrati presenti in Agnone e dintorni. Tale centro si potrebbe realizzare intanto al Caffè Letterario, poiché il suo gestore, Antonio Palmiero, ha dato la disponibilità di accogliere tali incontri, come pure manifestazioni ed eventi dedicati. Per cominciare, sarebbe bene organizzare per il 26 dicembre “Il Natale globale” con quanti, tra gli immigrati, intendano partecipare. Poi, con l’anno nuovo in un giorno da decidere insieme tra gli aderenti, potrebbe essere ufficialmente inaugurato al Caffè Letterario (o in altra sede) “Il villaggio globale” come segno e momento di socialità e, possibilmente, di fratellanza. E, auspicabilmente, farne eleggere il “sindaco” che funga da coordinatore interno ma anche come riferimento esterno.