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Amministrative Campobasso, quadro frammentato: si rischia il ballottaggio

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Il quadro politico- elettorale della città di Campobasso, al voto il 26 maggio prossimo, è molto frammentato. Per questo motivo si rischia che il clima da campagna elettorale non termini alle 23 di quel giorno, che coincide con la fine del primo turno, ma che si possa arrivare al ballottaggio. Tutto ciò significa che il sindaco del capoluogo verrà fuori non prima del 10 giugno. A soli 13 giorni dal Corpus Domini. Chi sarà il sindaco che uscirà fuori al balcone del Comune a benedire gli ingegni del Di Zinno non si sa ancora.

IN CASA CENTRODESTRA

Il presidente della Regione Donato Toma sta facendo di tutto per riamalgamare le truppe e creare quel modello Molise che lo ha portato alla vittoria un anno fa. Per questa ragione starebbe tentando una mediazione tra i partiti ufficiali (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) e le liste civiche. Che non hanno affatto gradito la fuga in avanti di Alberto Tramontano. Per questo motivo i movimenti civici 'Campobasso del Futuro', 'Campobasso Al Centro' e 'Democrazia Popolare', il partito nazionale 'Popolo per la Famiglia', che hanno aderito alla coalizione di centrodestra per le Amministrative al Comune di Campobasso del 26 maggio 2019, chiedono al Presidente della Giunta regionale del Molise, Donato Toma, di essere invitati e, quindi, prender parte al tavolo di concertazione per la scelta e l'ufficializzazione del candidato sindaco della città capoluogo di regione.

L'esigenza di prender parte a un incontro così importante nasce dalla necessità democratica di far prender parte ai cittadini, che si sono messi a disposizione per far parte della contesa elettorale, a una decisione così importante, rendendo tutti protagonisti e consapevoli delle strategie per far tornare a vivere la città di Campobasso.

C’è da attendere sulla posizione dei partiti presenti in consiglio regionale non invitati al Tavolo romano: Udc, Popolari per l’Italia e Orgoglio Molise. Che insieme ai civici potrebbero puntare su un altro candidato a sindaco e spiazzare Tramontano qualora non si faccia sintesi.

IN CASA CINQUE STELLE

Le brucianti sconfitte in Abruzzo, Sardegna e Basilicata non hanno smosso il vicepremier Di Maio: anche per queste amministrative sarà vietato allearsi con altre liste. Ha vinto la linea dell’essere coerenti con il progetto originario del Movimento: essere da soli contro tutti.

Sfumano quindi le possibilità di allearsi con Io amo Campobasso e con il movimento sulla sicurezza nelle scuole di Nicola Simonetti. E in questo marasma politico è quasi impossibile per Roberto Gravina riuscire ad aggiudicarsi la posta in palio al primo turno.

IN CASA CENTROSINISTRA

Difficile vincere al primo turno anche per l’attuale sindaco Antonio Battista. Dopo che il Pd ha fallito l’incontro con Io amo Campobasso e Italia in Comune si trova appoggiato dalle liste classiche: Pd,  Idv, Federazione dei Comunisti, Partito Socialista, Radicali e più Europa. Fallito anche ogni dialogo con l’estrema sinistra, che auspicava le primarie ma che allo stesso tempo non ha la forza di andare in proprio.

Dall’altra parte c’è il segretario Pd Facciolla che avvisa: chiunque ha la tessera Pd e si esprime contro Battista e Sbrocca può pensare di fare le valigie dal partito.

IN CASA CIVICHE

La lista Io amo Campobasso, la più corteggiata di tutte, resta da sola. Ha fallito l’incontro col Pd, il Movimento Cinque Stelle ha detto no. L’unica è tentare l’incontro con Italia in Comune e con altre anime civiche di quell’area e con lo stesso programma. Altrimenti è probabile che si vada da soli e con Paola Liberanome candidata.

 

Insomma si va dai 4 ai 5 nomi. Difficile per chiunque farcela al primo turno.  

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