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Travaglio al vaglio 6: M5S vende l’anima a prezzi stracciati e la colpa sarebbe di Renzi

Saliti al potere hanno accettato le cose più incredibili e stanno bollendo come la famosa rana

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Travaglio nei suoi editoriali quotidiani, nelle sue affabulazioni televisive o nei suoi dialoghi radiofonici insiste a difendere i 5S contro, secondo lui, gli attacchi pesanti dei giornaloni (con chiaro riferimento a La Stampa, La Repubblica e Corriere della Sera) e quelli, sempre secondo lui, ridicoli della sinistra e del centro-sinistra, quest’ultimo colpevole di sbeffeggiare i 5S e considerare Salvini come la reincarnazione del Duce. La verità secondo Travaglio, è che i media non sono controllati dal governo e nessuno vede marce su Roma, squadracce leghiste, guerre coloniali leggi liberticide o razziali, oppositori agli arresti o al confino. Pertanto, Salvini andrebbe trattato da poveraccio che sogna di fare l’uomo forte mentre in effetti è un cazzaro-verde, peraltro pieno di rogne giudiziarie piuttosto pesanti, che in 5 mesi ha prodotto solo un condonino fiscale che fa più sputtanamento che gettito e un decreto sicurezza che moltiplica la clandestinità, invece di ridurla. 

Da parte loro, invece, i 5S, benedicente Travaglio, hanno tagliato i vitalizi, tagliato le pensioni d’oro, emanato il ddl anticorruzione, il decreto dignità e il reddito di cittadinanza, hanno chiuso la vertenza dell’Ilva, hanno previsto il carcere agli evasori; infine hanno bloccato la legge svuota-carceri”.  
A Travaglio è sfuggito (salvo qualche scappellotto fraterno) il fatto incontrovertibile che i 5S, per ottenere queste soluzioni che, peraltro, molti ritengono contraddittorie e non tutte positive, abbiano venduto a caro prezzo la loro anima. A nessuno sfugge che Di Maio, Toninelli, Castelli, Bonafede, Fraccaro e altri  sono saliti al potere al grido di “onestà, trasparenza, uno vale uno, van bene i contratti”, eppure è stata una continua svalutazione della loro idea originaria fino alla svendita della propria anima. “Uno vale uno” è andato sempre più ripiegando su “uno vale su tutto e tutti”: Di Maio propone e la base esegue. E da qui, dall’alto delle sue decisioni di Capo Politico, è stato un susseguirsi di cedimenti: si a una berlusconiana doc come presidente del Senato, sì alla Tap, si all'Ilva, si/no/forse alla Tav, si a un condono fiscale e a uno edilizio; si alla legge sicurezza, una legge voluta disperatamente da Salvini che ora consente di sparare ai ladri “sempre” e basta un “grave turbamento” per giustificare qualsiasi reazione; si al blocco di un’azione della magistratura che intendeva processare Salvini per il sequestro di persona del caso della nave Diciotti, si all’incarico di sottosegretario ai Trasporti a un personaggio come Armando Siri che aveva patteggiato una condanna per bancarotta fraudolenta e svuotamento di un’azienda con trasferimento del patrimonio a un’altra impresa la cui sede legale è stata poco dopo spostata nel Delaware, paradiso fiscale Usa. 
Siamo in presenza di un processo non dissimile a quello della rana in un pentolone di acqua fredda, che si scalda lentamente sul fuoco, si abitua poco a poco alla temperatura più calda fino a rimanere bollita.

A far saltare i nervi al Travaglio, che, finora, aveva solo fraternamente redarguito i 5S e a fargli dire “Ora Basta” è intervenuto il caso Siri-Arata con implicazione giudiziarie che chiamano in causa la mafia. Pertanto così si rivolge dal suo giornale ai 5S: Spetta dunque ai 5Stelle e al premier Conte rompere gli indugi, evitare altri compromessi al ribasso e sfidare Salvini a viso aperto: o libera il governo dalla presenza inquinante di Siri (e la Lega, se può, dei vari Arata), vota la norma taglia-debito di Roma e riprende a collaborare lealmente (sempreché conosca il senso dell’avverbio) con i partner che s’è scelto 10 mesi fa, oppure è lui ad aprire la crisi. E sarà lui a dover spiegare ai fan perché, fra l’Italia e gli Arata, sceglie i secondi.

Ovviamente, poteva Travaglio scrivere queste righe senza menzionare Renzi? No, di certo. Ed eccolo puntutamente ingiusto e rancoroso scrivere: Renzi (rifiutando l’accordo con i 5S) fingeva di non vedere che l’aver regalato a Salvini il palcoscenico del governo ha contribuito a raddoppiare i consensi alla Lega. Il suo è stato un lucido e cinico calcolo per rafforzare la destra peggiore (dopo il tramonto di B., s’intende) nella speranza che, prima o poi, gli elettori fuggiti si spaventassero e tornassero all’ovile. Esperimento finora fallito, visto che al momento non ne è tornato nemmeno uno. 

Capito? Il consenso raggiunto di Salvini non sta tutto intero nei 5S, nella loro chiara incompetenza, nella loro scarsa capacità di gestire il potere, salvo adorarlo,  e nella loro spregiudicata arroganza nel giudicare il passato, no, starebbe in Renzi. Il giorno in cui Travaglio si alzerà dal tavolo della presunta Necromanzia (Evocare, contattare e comunicare con i morti che morti non sono), smetterà di scrivere sciocchezze sesquipedali.

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