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Salvini si ricorda della mafia il giorno della Liberazione

Se ne va a Corleone e diserta le manifestazioni davanti agli altari della Patria. 

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Un pugno allo stomaco dei cittadini che hanno subìto angherie dai nazi-fascisti del ventennio, strumentalizzando il fatto che il 25 aprile sia una festa rivendicata solo dai partigiani; un pugno allo stomaco dei cittadini che trovano quantomeno singolare che il ministro degli interni, dopo anni dedicati agli immigrati, alla difesa personale e all’offesa di tutto ciò che è europeo, dedichi, per la prima volta la giornata del 25 aprila alla mafia, alla camorra e alla ‘ntrangheta, partecipando a un piccolo modesto ordinario evento (l’apertura di un commissariato di polizia a Corleone in Sicilia), che dovrebbe essere di normale amministrazione per un ministro degli interni.

È probabile che l’associazione dei partigiani (ANPI) abbia esagerato negli anni a discriminare chi doveva partecipare e chi no alle manifestazioni (disgustosa fu la scena di anni fa in cui la sindaca di Milano, dichiaratamente di centro, fu allontanata dal corteo dietro una marea di insulti) e trovi Salvini pronto a ridicolizzare un ricordo  pieno di dolori e sentimenti che riguardano tutti i cittadini italiani (non partecipo a derby tra comunisti e fascisti), ottenendo il risultato di rendere la giornata ancor più divisiva, tra nostalgici di ambo i fronti, di quanto già non lo sia; è altresì probabile che Salvini voglia mediaticamente far dimenticare agli italiani le ultime vicende che lo riguardano da vicino e chiamano in causa i suoi rapporti con personaggi manovrati dalla mafia. È oramai noto come l’imprenditore Paola Arata , genovese e amico di Armando Siri, bancarottiere indagato anche per corruzione, sia socio al 50% di un tal Vito Nicastri che la magistratura collega al super latitante mafioso Matteo Messina Denaro. Ed è altrettanto noto che la politica energetica della Lega è stata in parte scritta proprio da Paolo Arata, con la benedizione di Matteo Salvini.

Salvini si difende dicendo: "La vera Liberazione è quella dalla mafia".

Ma la mafia non è solo droga, ricatti, sequestri, rifiuti tossici, gioco d'azzardo, contraffazioni, appalti truccati. Mafia è, oggi, soprattutto relazioni finanziarie nazionali e internazionali che inquinano la politica e l’economia del Paese. Per contrastarla occorrono unità di intenti di tutti i governanti, nessuno escluso. Pertanto, è decisamente controproducente e anacronistico organizzare un modesto incontro a Corleone dove operano solo piccoli pesci affiliati alla mafia (i pesci grossi sono nella Finanza) e disertare le manifestazioni davanti agli altari della Patria. Che fine fa la litania “Prima gli Italiani” se, invece di unirli, li si divide e li si incanaglisce come fossimo a San Siro?

 

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