Biogas ad Agnone. Se vi capita tra le mani un rapporto sulla qualità dell’aria pubblicato dall’ENEA troverete il Molise tra le migliori regioni d’Italia. L’Alto Molise può vantare il primato in competizione con il Trentino Alto Adige. Il turismo si è accorto di questo con un timido, ma crescente, flusso di visitatori. Caseifici. Ristoranti, B&B, commercianti hanno perlomeno fermato la rotta verso la inevitabile chiusura. Un pò di storia, ma soprattutto aria pulita e gastronomia di qualità sono il gancio attrattivo.
La gente ha saputo conservare inalterato questo territorio. Inoltre, il ritorno ad una coltivazione senza inquinanti, di alto pregio agroalimentare, per l’uomo e gli animali, ha innescato una economia con prospettive uniche. E’ il futuro, che chi ha scelto di rimanere qui, si è guadagnato. Ma veniamo al punto.
Si vuole installare una centrale a Biogas, per dare lavoro a 20 persone. Evviva. Un impianto alimentato a biogas, in generale, è un sistema che produce energia elettrica e/o termica a partire da materiali organici di natura vegetale, da reflui animali, dalla depurazione delle acque e da rifiuti organici (FORSU). La FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) è il materiale raccolto dalla raccolta differenziata dell'organico. Mi sorge più di un dubbio che vorrei esporre a chi ha promosso questa iniziativa e vede in essa solo occupazione.
Ma tutto il “combustibile” che serve, per dare lavoro a 20 persone, dove lo si prende? Il letame, a parte quello che gli allevatori locali usano per concimare i propri terreni e che potranno essere costretti a cedere con leggi ad hoc o a vendere a più di quanto ci perdono a non utilizzarlo, arriverà anche da altre regioni? Di certo nel nostro territorio il concime chimico dovrà sostituire il letame.
Un secondo dubbio. Vista l’emergenza nazionale sui rifiuti, nulla mi garantisce che prima o poi questo impianto non venga autorizzato a trattare, anche se non soprattutto, la FORSU che si raccoglie nel Molise. Sono bei soldi e i soldi attraggono altri soldi. Il Molise è piccolo, servirà quella della Puglia e della Campania, dove si sa, sono noti alle cronache per la qualità di rifiuti, compresa la frazione organica. Certo non sarà mero profitto, perché verranno assunti 20, 40, 60 persone.
Poi mi sorge un ulteriore dubbio: dove si smaltiscono i sopravanzi della digestione dell’impianto. Trasportarli lontano costa. Allora ci concimiamo questa terra, questo territorio? Qui da secoli, si concima con la sola merda delle vacche, delle pecore e delle galline. Non si è mai aggiunto siero e rifiuto urbano digerito. Poi penso alle recenti scandalose leggi che hanno innalzato la quantità di componente “inquinante” da poter spargere nei terreni agricoli. E non sto tranquillo.
Ma come, abbiamo fatto di tutto per proteggere e rendere unico questo territorio, grazie al coraggio di chi ha accettato la sfida di investire su di esso. Non c’è il più lontano interesse a inaridire o avvelenare queste terre e rendere fetida la nostra aria. Faranno leggi per obbligarci ad accogliere questi signori a braccia aperte. Sono certo che gli organi vigilanti e la magistratura, farà attenzione a che non si ripeta quello che è già accaduto nella Regione Marche, proprio con il biogas. Abbiamo già dato molto, come territorio, alle fonti alternative in Italia. Guardate l’orizzonte attorno a noi. Questo è il patrimonio che ci hanno lasciato i nostri avi e noi abbiamo il dovere, l’obbligo di preservare. E vigilare. Tutti.