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Lega e 5 Stelle rimborsano tutti, raggirati e speculatori.

Tutti contenti, salvo i contribuenti italiani

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Era già tutto abbastanza noto e non digeribile, salvo a chi ha avuto la convenienza a cavalcarne i contenuti e propagandarne i veleni. 

Nel 2015, il governo Renzi emanò un decreto con il quale salvava, dal crack finanziario, gli istituti di credito quali la Banca Popolare dell’Etruria, la Banca Marche, le Casse di Risparmio di Ferrara e di Chieti. Poi si aggiunsero la Popolare di Vicenza e la Veneto Banca. Il salvataggio riguardò tutti i correntisti e tutti i dipendenti degli istituti e non gli azionisti (proprietari delle banche, investitori) e gli Obbligazionisti (comunque investitori). Non fu tecnicamente un salvataggio di Stato, perché i soldi ce li misero le altre banche: ben 3,6 miliardi. 

Ne nacque un parapiglia politico che segnò la discesa della popolarità di Renzi perché molti risparmiatori denunciarono di essere stati indotti a sottoscrivere titoli della propria banca in cambio di condizioni di favore per prestiti e conti correnti. 

Qui val la pena ricordare che quelle obbligazioni garantivano rendimenti piuttosto alti ed è risaputo che, a rendimenti maggiori, corrispondono rischi più alti di perdere parte o totalità del capitale investito. Non solo, il tempo per accorgersi di quanto stava accadendo molti l’ebbero: le quattro banche virtualmente fallite (Banca Etruria, Cassa Marche, CariChieti e CariFerrara) prima di finire all’asta furono commissariate per mesi (Etruria) o addirittura per anni, come CariFerrara.

Ciononostante, considerato che moltissimi furono effettivamente raggirati da Direttori di banca poco onesti, nacque un contenzioso che, a più riprese si è cercato di gestire. All’inizio del 2018 ci provò Gentiloni che istituì un fondo pubblico di 100 milioni per i risparmiatori spalmato su 4 anni, con il limite che ogni caso andava verificato onde evitare che chi aveva consapevolmente investito, e, quindi, non era stato raggirato, ottenesse un rimborso non dovuto.

Lega e 5S, invece, non badano a spese; fanno le cose in grande tant’è che mercoledì 24 Conte ha varato la versione finale della norma che rimborsa gli azionisti e gli obbligazionisti. I rimborsi saranno del 30% agli azionisti e del 95% agli obbligazionisti con il tetto di 100.000 euro, elevabili, se l’Europa non frappone divieti, a 200.000. Saranno, quindi, rimborsati tutti, chi meno chi più, oltre i loro veri e sacrosanti diritti. Impegno finanziario: ben 1,5 miliardi di euro. Grasso che cola, tanto paga pantalone e loro fanno bella figura.

Giustamente, oggi, la Gabanelli, sul suo data room, denuncia questa azione chiaramente propagandistica che aiuta sicuramente molti cittadini raggirati dalle banche ma danneggia i contribuenti italiani perché fa regali a chi non li merita. In proposito c’è il caso eclatante del “signore (obbligazionista) che a maggio 2017, un mese prima che Vicenza saltasse in aria, comprò, a 72 mila euro, eurobond del valore di 150.000 euro. Se gli fosse andata bene avrebbe guadagnato più del 100%.  Con il salvabanche gli andò male. Si rivolse alla Consob per recuperare la somma. La Consob respinse il ricorso perché scoprì che quel signore era laureto in Economia ed aveva lavorato nel settore finanza. Ora, grazie a Salvini e Di Maio può recuperare il 95%”.

Alla salute.

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