AGNONE. L'ennesimo grido disperato arriva ancora dalla Chiesa. Il tema sempre lo stesso: l'ospedale San Francesco Caracciolo. Una barca che affonda giorno dopo giorno senza che nessuno muovi in dito per tentare il salvataggio. Notizia dell'ultima ora è quella che mentre la pronta disponibilità per il comparto (infermieri e tecnici) non prevede più l'infermiere disponibile per la dialisi (vedi provvedimento allegato), la convenzione con uno dei due pediatri non è stata prontamente rinnovata. L'infausta conseguenza è quella che il 1 e 2 gennaio 2012 non vi saranno più pediatri reperibili (causa le ferie del secondo pediatra).
Riportiamo integralmente l'intervento del direttore della Pastorale sanitaria, don Francesco Martino.
"Dopo che questo Ufficio, insieme ad alcuni tecnici di fiducia, ha esaminato per bene l’allegato A del Decreto del Commissario ad Acta per il Piano di Rientro dal Deficit Sanitario n.80 del 26 settembre 2011, ha rilevato nello stesso motivi seri di preoccupazione per il futuro dello Stabilimento Ospedaliero Caracciolo perché lo stesso, affianco ad alcuni spunti positivi, contiene diversi elementi negativi per il futuro della struttura stessa, che corre il serio rischio di essere ridotta ad un carrozzone inefficiente ed improduttivo, con la logica conclusione della sua chiusura “per consunzione” o per “eutanasia passiva”.
Il Decreto n. 80/2011 è lo strumento con cui la Struttura Commissariale ha approvato il Programma Operativo 2011-2012, che in pratica rappresenta la Legge Finanziaria della Sanità per la Regione Molise in questi due anni, e stabilisce, attraverso la conseguente riallocazione delle risorse, gli obiettivi da perseguire per centrare le previsioni di spesa previste dal Piano di Rientro, e conseguentemente determina la riorganizzazione dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali secondo tale visione. Esso, una volta approvato dal Tavolo Tecnico, diverrà vincolante per tutti in questo biennio ed anche per i tetti di spesa previsti, e di conseguenza dagli stanziamenti, dai quali, a meno di acrobazie pindariche di eccelsa complessità, non si potrà più derogare.
Ebbene, lasciando perdere le affermazioni condivisibili della parte generale del punto 2, “Riassetto della Rete Ospedaliera”, in merito all’intervento 2.1.1 “Razionalizzazione degli ospedali di Agnone, Larino e Venafro”, le criticità che emergono sono le seguenti:
1) I calcoli del Personale e relativi costi per l’Ospedale di Agnone riconfigurato (tabella 12, p.38) non prevedono il personale della Radiologia, del Laboratorio Analisi, della Dialisi, della Cucina, del Guardaroba, dell’Officina, degli Autisti/portieri, e calcolano viceversa i costi di n.5 medici per il PTA, dopo aver affermato “I modelli non considerano, per i PTA, il costo dei MMG/PLS in quanto già ricompreso nell’ambito delle risorse da riconoscere ai MMG/PLS stessi con l’accordo decentrato in corso di sottoscrizione” (p.37) : di conseguenza per tale personale non vi sono stanziamenti e di conseguenza Laboratorio Analisi, Radiologia, Dialisi e tali servizi interni non sanitari sono destinati a scomparire, mentre il calcolo di n. 3 unità di operatori tecnici sanitari nel PTA prevede un semplice gabinetto di radiologia e una semplice postazione per gli esami biochimici urgenti, integrati nel servizio diagnostico ambulatoriale qui previsto. Di fatto, l’attività ospedaliera di Medicina e Lungodegenza, Chirurgia, Ginecologia, Day Hospital e Day Surgery è messa seriamente in crisi. Questa è anche l’organizzazione che dovrà essere concretamente attuata dall’ASREM oltre che nell’Atto Aziendale nei provvedimenti attuativi collegati, sotto la vigilanza del Nucleo di Valutazione.
2) Ovviamente, non sono previsti, per il modello organizzativo proposto, i servizi di Pediatria, Ortopedia, Otorinolaringoiatria, Oculistica, Reumatologia, Diabetologia, Cardiologia, che dipendono dai medici in servizio nella struttura e che in qualche caso sono ad esaurimento.
3) Nelle Tabelle successive, “I costi cessanti per singola struttura riconvertita”, i costi di manutenzione sono stati considerati al 70% del valore storico, mentre “la potenziale riduzione di costi e gli eventuali maggiori ricavi da quota sociale sono da intendersi come massime su base annua (a regime)”, e “nella valorizzazione sono stati cautelativamente considerati al 50%”: l’obiettivo è quindi quello che viene giudicato reale da raggiungere, ed è considerato prudenziale e possibile, per cui si capisce che tali valori indicano stanziamenti da non oltrepassare.
4) La Tabella 15, Sintesi conto economico ex-ante ed ex-post ospedale di Agnone, ci dice che il costo futuro dell’Ospedale di Agnone (e quindi lo stanziamento) sarà pari a €. 9.511.000, con un aumento del costo del personale pari al 17% e una riduzione della spesa prevista per beni e servizi al 21% dello stanziamento, cioè €. 1.988.000 (precedente: €. 4.499.000). Ovviamente, ciò è possibile tagliando i costi di Laboratorio Analisi, Radiologia, Dialisi e servizi non ospedalieri quali Cucina, Officina, Guardaroba, Autisti/Portieri con relativo azzeramento di costi relativi.
5) Con tale stanziamento, la struttura non può minimamente funzionare, né assicurare i servizi previsti dal DCA 20/201, né tener presente il ruolo del Caracciolo evidenziato nel DCA 84/2011, che considera la necessità dell’ “attivazione del Pronto Soccorso/Astanteria, per garantire l’operatività di alcuni servizi essenziali e di urgenza, al fine di assicurare alla popolazione delle aree interessate l’adeguata assistenza in emergenza… in considerazione delle peculiarità geografiche e climatiche del bacino di utenza in tale nosocomio, posto in un territorio montano, a notevole distanza non solo dall’ospedale “Cardarelli” di Campobasso, ma anche dal più vicino Ospedale “Veneziale” di Isernia, in cui i collegamenti risultano particolarmente difficili durante la stagione invernale a causa della impraticabilità della rete viaria per la presenza di ghiaccio e neve, con concreto rischio di isolamento”.
6) Inoltre, i costi di gestione appaiono troppo sottostimati con tagli improponibili del 92% per i beni sanitari e dell’86% per i beni non sanitari, con un aumento dei servizi appalti del 23% che in maggioranza sono costi alberghieri, per cui è chiaro che l’oggetto di spesa è il garantire l’RSA e non le prestazioni ospedaliere, mentre il taglio delle utenze del 62%, del 50% delle convenzioni sanitarie, del 50% degli altri servizi sanitari, fanno chiaramente capire la riconversione in struttura socio-assistenziale del Caracciolo, che con questi dati sarà un carrozzone vuoto per dare occupazione a gente con le mani conserte, ma non sarà in grado di fare sanità con efficienza, efficacia, economicità, qualità e appropriatezza (accountability), e quindi non una struttura sanitaria.
Siccome l’obiettivo delle popolazioni di questa Diocesi, che la struttura serve, è avere una struttura, che pur riconfigurata e ridimensionata in base ai DCA 20, 80 e 84 del 2011 deve essere efficiente, efficace, economica, fare qualità pur nel segmento della bassa-media complessità assistenziale, garantire l’appropriatezza delle prestazioni e quindi l’accountability, e di conseguenza contribuire a risolvere i problemi sanitari delle popolazioni di quest’area montana disagiata, si invitano tutti coloro a cui questa lettera è inviata a premere con decisione e forza, in maniera congiunta e coordinata, sulla struttura commissariale della Regione Molise per ottenere la modifica del Decreto 80/2011, prima che esso sia esaminato dal Tavolo Tecnico, decreto che peraltro contiene errori di calcolo, con la proposta dei seguenti emendamenti allegati e di conseguenza con la modifica del Aggregato CE allegato.
Il non farlo significherebbe la fine dell’Assistenza Sanitaria e dell’Emergenza/Urgenza in quest’area territoriale, essendo i servizi territoriali sostitutivi non ancora attivati, e quindi motivo di grave responsabilità morale per tutti in ordine alla mancata promozione del bene comune".