Amministratori e cittadini pronti a invadere la trignina per difendere l'ospedale Caracciolo. Il sindaco Marcovecchio che minaccia addirittura di dimettersi e si minaccia altresì di disertare le urne il 26 maggio riconsegnando le tessere elettorali.
Per questo motivo il gruppo:“Tassisti di Roma per il Territorio e per l’Ospedale Interregionale di Agnone” di cui fanno parte tassisti Altomolisani e Altovastesi,da sempre sensibile alle problematiche provenienti dalla loro terra di origine, torna a farsi sentire in difesa dell’Ospedale di Agnone, fortemente preoccupato per le voci che in questi ultimi giorni si rincorrono circaulteriori,possibili tagli ai residuali servizi ancora erogati dal “S. Francesco Caracciolo”. L’occasione di questa nuova, ferma presa di posizione è data dalle notizie comparse sulla stampadi questi giorni, che gettano ombre sul futurodel nosocomio agnonese edin particolaredel pronto soccorso.
I portavoce:Tonino Schiappoli (di Villa Canale, Agnone),Arnaldo Sabelli (di Poggio Sannita,) Franco Amicone, Ady Cianci e Antonio Cirulli(di Schiavi d’Abruzzo) in una dichiarazione congiunta,diramata a seguito di spontanei incontri e scambi di vedutecon i colleghi affermano quanto segue:
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Noi Tassisti, con ci poniamo dunque al fianco di chi,meglio di noi, con determinazione,competenza, perseveranza e passione si occupa di mantenere viva una simile questione.
Ci dichiariamo pronti a partecipare a tutte le iniziative che si riterranno necessarie in difesa del “Caracciolo”, ipotizzando già la data di venerdì 31 maggio come inizio delle manifestazioni che, oltre alla presenza delle nostre auto bianche vedranno sfilare anche i trattori e i mezzi pesanti degli allevatori locali, che in queste ultime ore ci hanno contattato in massa.
Ringraziamo sentitamente tutti coloro che sono impegnati a salvaguardia della nostra sanità, in particolare Franco Di Nucci e Armando Sammartino,dell’Associazione “Art. 32”ed Enrica Sciullidell’Associazione“Il cittadino c’è”. Ringraziamo, altresì, i sindaci che da sempre si battono perassicurare i servizi essenziali nei territori svantaggiati.
Il nostro appello è dunque che questo ospedale, l’ospedale dei nostripadri, non venga smantellato ma al contrario,per quanto possibile, potenziato e comunque resti reale presidio territoriale a garanzia della popolazioneche ancora vive e resiste, fra mille altre difficoltà, nei paesi di questo territorio. A tutela, in definitiva, del diritto alla salute, scolpito a caratteri cubitali in Costituzione. Ricordiamolo>>.