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Agnone e il suo angolo del pianto

C’è una deliziosa scalinatella luogo di affetti e rifiuti

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Ad Alassio hanno il loro muretto, a Roma il Pincio, a Torino il Valentino, a Firenze le Cascine, ecc…in ogni città o paese c’è un punto di incontro dei giovani, di norma situato all’aperto per godere di un panorama o di uno spazio aperto e possibilmente pulito. 
Ad Agnone, splendido paese dell’Alto Molise, no. Questo non avviene. I giovani preferiscono nascondersi in una deliziosa scalinatella ma sconnessa, disadorna, chiusa in uno spazio ristretto, triste, senza respiro denominato Angolo del Pianto o Muro del pianto perché pare che in quel luogo siano facili le litigate tra gli innamorati, se non addiruttura gli addii.
Per gli anziani, invece, questo è l’angolo del pianto per come viete trattato la parte di luogo pubblico (la scalinata) e la parte di suolo privato(un piccolo appezzamento di terreno) utilizzato come discarica soprattutto dai giovani. Su quel terreno cresce l’ortica: Quando è alta nasconde lo scempio. Quando viene tagliata, c’è solo da vergognarsi.
La scalinatella collega Via Gualterio con il Convento dei Cappuccini. A metà scalinatella c’è l’ingresso al Circolo di Conversazione San Pio e al campo delle bocce. Questa mattina, un gruppo di baldi anziani, di quella generazione che si è messa l’Italia sulle spalle e l’ha ricostruita dopo la seconda guerra mondiale, armato di rastrelli, zappette, buste e guanti, è intervenuto per ripulire la zona che trovasi proprio di fronte al Circolo.
Sono stati raccolti 22 (dico ventidue) sacchi di rifiuti per i quali è stato praticamente impossibile fare la differenziata, e 4 secchi di bottiglie di vetro (l’unico rifiuto distinguibile e differenziabile).
Una franca discussione ha portato alla luce diversi orientamenti. Uno di essi riporta alle responsabilità del Comune che non dota la scalinata di appositi contenitori dei rifiuti; un altro rinvia alla responsabilità e alla scarsa sensibilità dei giovani; un altro ancora, secondo me ingiustamente, rinvia alla responsabilità del proprietario del piccolo appezzamento di terreno.
Nessun cittadino può pretendere di trovare cassonetti a portata del suo braccio; nessun cittadino può pretendere di poter violare la proprietà privata.
Pertanto, io credo che chi sporca il suolo pubblico sia un maleducato impunito; chi sporca un suolo privato, come in questo caso, commetta una offesa e una ingiuria; chi , comunque,  sporca il poprio paese, in luogo visibile o in altro poco frequentato, è una persona senza coscienza, senza cuore e senza anima. L’amore per il luogo dove si è nati, cresciuti, amato va trattato con i guanti.

 

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