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Delli Quadri: tasse ridotte per salvare l'entroterra montano

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Considerata la crisi economica, e l’andamento politico nazionale in Alto Molise si stanno avviando processi atti al salvataggio della zona, che altrimenti avrebbe vita breve. Una delle associazioni più importanti è Almosava, movimento che viene alla luce per opera del Dott. Enzo Delli Quadri. Delli Quadri lei da anni si batte per l’Alto Molise, l’Alto Vastese, l’Alto Chietino e lo ha fatto creando varie associazioni: prima l’Aram, poi Majella Madre ed infine Almosava. Che cosa differisce l’una dall’altra? Ci può spiegare, brevemente, questo escursus? «Sono tre nomi diversi per un solo obiettivo: quello di annullare lo smembramento dell’Alto Molise, Alto Sangro e Alto Vastese subìto con la creazione della Regione Molise, prima e della Provincia Di Isernia, dopo, sottoponendo, così, un territorio omogeneo per storia, cultura e valori a ben 4 provincie e 2 regioni. I nomi sono mutati perché i tempi cambiano e occorre innovare nella comunicazione». Di fronte a tante associazioni, a tanti attivisti, il cittadino medio potrebbe trovarsi in confusione. Potrebbe, dunque, spiegare cos’è Almosava e qual è il suo obiettivo? «Ricordiamo che Almosava è un acronimo, vale a dire è una parola formata dalle iniziali di Alto (AL) Molise(MO) Sangro (SA) Vastese(VA) e che nell'antico dialetto medioevale era associata al concetto di Salvezza dell'Anima, per cui mi è sembrato opportuno adottare questo nome. L'alternativa era Alto Sannio, ma questo nome avrebbe potuto creare confusione, non essendo da tutti accettato che esso si possa riferire all' l’Alto Molise Sangro Vastese». Spesso lei parla, anche sul suo sito, di zona franca: cosa intende Almosava per zona franca? «Quello che è unanimemente inteso, vale a dire, la possibilità, per chi già intraprende o intenda intraprendere, di essere esonerato da burocrazia e imposte nazionali o regionali o tutt'e due insieme. Si usa dire: zone a burocrazia zero e ad imposte ridotte o azzerate». Nell’organico di Almosava sono presenti molti giovani. Di recente quest’ultimi sono stati molto citati dalla stampa, talvolta accusati di assenteismo. Lei concorda con questa teoria? «Più che assenti, sono sfiduciati, non riescono, mancandone gli strumenti, a capire quali opportunità possono aprirsi davanti a loro. Non hanno torto, se a questo si aggiunge l'aspirazione di genitori molto generosi, che vogliono un futuro migliore per i loro figli, tanto da spingerli, a volte, a lasciare la loro terra. Ma devono stare attenti perché il distacco che, a prima vista, può apparire esaltante e pieno di promesse, in effetti nasconde trabocchetti economici e psicologici molto pesanti. Dal punto di vista economico, non è oro tutto quel che luce e le occasioni di lavoro, oggi, sono decisamente poco lusinghiere, per non parlare di città e situazioni poco raccomandabili. Inoltre, non va dimenticato il deprezzamento del patrimonio immobiliare della famiglia: con il distacco dalla propria terra bisogna mettere in conto l'azzeramento del valore patrimoniale dell' abitazione di proprietà della famiglia di origine, disabitata e senza mercato. Dal punto di vista psicologico, poi, il discorso è personale, ma credo che tutti debbano sapere che, salvo persone ciniche, si va incontro a dispiaceri non indifferenti quando si deve vivere fuori dai luoghi dove abbiamo passato buona parte della nostra vita». Particolare è il suo tentativo di mettersi in contatto con le istituzioni. Il suo metodo della lettera aperta sta riscuotendo successo? «Credo proprio di sì. A tutt'oggi ho avuto riscontri positivi da forze politiche importanti e da politici non solo importanti ma anche dalla forte personalità, caratterizzata da coerenza ed impressionante onestà intellettuale: Giuseppe Tagliente, consigliere regionale PD Abruzzo, Michele Petraroia, consigliere regionale PD Molise, Paolo Palomba consigliere regionale IDV Abruzzo, e diversi politici locali i cui nome e le cui risposte saranno postati presto sul sito www.almosava.it». Sul sito di Almosava si legge che ha scritto una lettera addirittura ad Antonio di Pietro; le dispiacerebbe parlarci di questa sua iniziativa? «Di Pietro è il politico nazionale che, più di tutti, si batte per eliminare gli sprechi derivanti dall'esistenza delle Provincie e si è pubblicamente impegnato ad operare per la ricongiunzione delle regioni Abruzzo e Molise». Crede in una reale rinascita di questi territori a breve termine? «No, a breve proprio no. Ci vorranno anni per ricreare lo spirito imprenditoriale che distingueva il territorio Almosaviano (AltoMolise AltoSangro AltoVastese. Certo, se non si prende coscienza che, con le Leggi 128/2011 e 148/2011, sta passando l'ultimo treno per attivare un coordinamento tra i 54 comuni del nostro territorio e, conseguentemente, per creare un nuovo organismo amministrativo (Municipio) sottratto alle attuali 4 provincie e 2 regioni, allora di tempo non ce ne sarà più: la desertificazione sarà definitiva e definitivo sarà l'azzeramento del nostro patrimonio immobiliare».
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