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Salvini taglia i fondi ai Comuni, il tar Lazio accoglie il ricorso dell'avvocato molisano Di Pardo

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Pur non avendone titolo alcuno, Matteo Salvini decide di tagliare i fondi ai comuni per i servizi pubblici essenziali (asili nido, trasporti, assistenza sociale), ma il Tar del Lazio lo bacchetta. Oggi il tribunale amministrativo, con provvedimento d’urgenza, ha ordinato al Ministro dell’Interno di spiegare entro e non oltre trenta giorni sulla base di quali presupposti ha determinato e ripartito fra i quasi ottomila Comuni italiani le somme del Fondo di Solidarietà, con un semplice comunicato stampa. Una decisione che in realtà non spetterebbe al Viminale ma a Palazzo Chigi. Il Tar ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Salvatore Di Pardo a nome di 60 comuni.

La legge attribuisce alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito di ripartire annualmente fra i circa ottomila Comuni italiani le risorse necessarie per l’erogazione dei servizi pubblici essenziali (istituire asili nido ed altri istituti di istruzione, assicurare i trasporti locali, garantire assistenza sociale, ecc.). La ripartizione viene effettuata sulla base del fabbisogno di ciascun Comune verificato in via preventiva di anno in anno, ma quest’anno non è andata così.

“Sono decine i Comuni che pur avendo tantissimi bambini a cui assicurare il servizio nido (0-2 anni) vedono, secondo tale singolare interpretazione, individuato un fabbisogno zero, a cui corrispondono zero risorse assegnate – spiega Di Pardo - È questo il caso del Comune di Riccia, in provincia di Campobasso, che pur avendo 96 bambini di età compresa fra i 0 e 2 anni (fonte ISTAT) vede individuato un fabbisogno zero e dunque non gli viene ripartita alcuna risorsa per l’istituzione degli asili nido. È ancora da spiegare come questi Comuni potranno garantire l’erogazione del servizio ai piccoli concittadini.

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