Dell'election day del 26 maggio ormai ci restano, almeno in Molise, soltanto i ballottaggi di Campobasso e Termoli. Che coinvolgono nel totale circa 80 mila persone. Poche se si considera che solo il sud Italia, collegio che ci ha compresi durante le elezioni europee, è composto da 14 milioni di elettori.
Ma solo un anno fa, quando stavamo per eleggere il presidente della Regione Donato Toma, il Molise venne considerato per un mese l'Ohio d'Italia. Il dato elettorale delle Europee, che premia il Movimento Cinque Stelle come primo partito sia nell'intero meridione d'Italia che nel Molise ci dice una cosa sola: chi ha votato ha poca fiducia nell'europeismo e nelle politiche attuate negli anni precedenti dai governi di centrosinistra a tutti i livelli.
I numeri economici parlano di ripresa, di spread dimunuito, ma questo per gli elettori del popolo è solo un freddo agglomerato di numeri. La realtà dei fatti è che il Movimento Cinque Stelle, in Molise come nelle altre regioni del Sud, ha istituito il reddito di cittadinanza. Che probabilmente successivamente impoverirà ma che, qui e ora, permette a molte famiglie che non avevano altro reddito, di percepire anche 800-900 euro mensili che sono la sopravvivenza. Che permettono di fare la spesa, pagare le bollette dell'energia elettrica e del gas. E per qualcuno che sa risparmiare, prendendo in contanti quella 100 euro possibile, è possibile anche una serata al ristorante. Non è poco per persone che avevano perso la speranza. Ora però bisogna vedere effettivamente quanti posti di lavoro regolari creerà l'istituto del reddito di cittadinanza. E alla resa dei conti il Movimento Cinque Stelle potrà conservare il consenso ottenuto al Sud o crollare come avvenuto al Nord.
Dove ormai il richiamo delle sirene razziste, anti immigrazione e dell'esclusione dell'ultimo da parte del penultimo per un tozzo di pane è diventato il primo pensiero di chi vota. Nel Molise come nel Sud le ondate arrivano sempre con qualche mese o anno di ritardo. Non bastano internet e le televisioni a diffondere le notizie. Quindi la Lega in alcune parti del meridione si ferma al secondo posto e in altre al terzo. E se il partito democratico proprio al Nord riesce a recuperare qualche punto, nelle città grandi come Roma e Milano posizionarsi al primo posto, al Sud vede qualche miglioramento soltanto nella città di Napoli dove si attesta al secondo posto.
E in Molise? La debacle è tremenda per il Pd. Forse anche peggiore di quella dello scorso anno alle Regionali dove è stato quasi cancellato dal consiglio. Se escludiamo la Stalingrado altomolisana, che resiste all'avanzata gialloverde solo grazie alla presenza nelle liste europee di Caterina Cerroni, agnonese di nascita, il resto è davvero una sconfitta in tutti i sensi.
Resiste solo Riccia che riesce ad eleggere il sindaco Testa, ex vicesindaco dell'era Fanelli. A San Martino in Pensilis è sconfitta doppia per il segretario regionale del Pd Vittorino Facciolla. Per le europee al suo paese vince il Movimento Cinque Stelle, mentre alle Comunali si afferma la lista San Martino Libera con una squadra che già lo aveva avversato come opposizione negli ultimi cinque anni. Perdono anche Danilo Leva a Fornelli e Carlo Veneziale a Longano, nonostante la sua lista è uscita vittoriosa. Segno che il partito democratico in Molise avrebbe bisogno di un vero e proprio rinnovamento.
Perchè riesce a perdere anche la città di Campobasso nonostante il Governo Battista non sia stato male dal punto di vista amministrativo. Di quella squadra resistono solo i rutiani e la vicesindaca Bibiana Chierchia. A Termoli c'è ancora qualcosa di salvabile. Sbrocca va al ballottaggio ma se vince rende la città ingovernabile. a causa di quella maggioranza di voti assoluta presa dalle liste di centrodestra di Francesco Roberti.
La sinistra ha in primis il dovere di rinnovarsi. Nelle liste di Campobasso e Termoli c'erano, soprattutto in quelle di appoggio al Pd, candidati risalenti all'era del giurassico. Non ha fatto presa infatti, nel capoluogo di regione, l'accostamento alla lista di sinistra dell'ex sindaco e senatore Augusto Massa. Dall'altra parte, soprattutto nel Movimento Cinque Stelle, invece si è vista la novità di persone mai intervenute nella cosa pubblica.
Il centrodestra invece riesce a piazzare soprattutto nelle grandi città , a Campobasso è ancora tutto da stabilire però, quasi la totalitò dei saltafossi, ossia coloro che a cadenza quinquennale passano da centrodestra a centrosinistra a seconda di quale partito tira di più. Il fatto significa che molto spesso se si amministra bene o se si crea una ottima rete di clientela, vince la persona e non il partito.
Insomma un Molise che viaggia almeno con un anno di ritardo rispetto all'Italia intera, soprattutto quella settentrionale, dove la sinistra ha l'obbligo morale di partire da persone come Caterina Cerroni che, nonostante non sia diventata parlamentare europea, ha saputo catalizzare intorno a se più di 34mila voti in tutto il Sud. Non pochi se si considera che sono il 40% di quelli che ha ottenuto l'unica certezza del Molise e del Sud Italia per altri cinque anni: l'europarlamentare Aldo Patriciello che c'era, c'è e ci sarà fino al 2024 almeno. Il venafrano ottiene 83mila voti e si attesta con tutto merito come il politico molisano più longevo del terzo millennio superando anche Michele Iorio. Che resiste in Molise con i suoi "Fratelli d'Italia" ma a Campobasso il suo partito è l'ultimo della coalizione che appoggia Maria Domenica D'Alessandro, facendosi superare dall'influenza di Angiolina Fusco Perrella andata decisamente meglio con la sua "E' ora".
Una cosa è ormai certa anche nel centrodestra: cambiano i rapporti di forza tra Iorio e Patriciello decisamente a favore di quest'ultimo che ne diventa il sovrano incontrastato.