CASTELGUIDONE - «Siamo rimasti senza soldi, valigie e documenti. Abbiamo lasciato tutto sulla nave. Ma abbiamo portato con noi ciò che più ci interessava: i nostri due bambini». Lo sguardo stanco e angosciato di chi si è lasciato alle spalle una notte da incubo. Si sono fermati a Roccaraso Roberto Biancosino di 38 anni e Ilaria Macerelli di 37, scampati alla tragedia della Costa Concordia insieme ai figli di 6 anni e 14 mesi. Originari della frazione di Pietransieri, torneranno in giornata a Francavilla al Mare. Il loro racconto è denso di dettagli di chi ha visto il mondo capovolgersi. «Eravamo a cena e abbiamo sentito un rumore strano senza capire di cosa si trattasse», raccontano, «subito dopo la nave ha virato e si è inclinata tra il panico generale. Inizialmente si è parlato di un problema elettrico, ma ci è stato detto - per motivi di bilanciamento - di spostarci tutti da un lato della sala. Le stoviglie cadevano». Poi la nave si è inclinata dall'altro lato. «C'erano vetri dappertutto», aggiunge la signora Macerelli, «a questo punto è iniziata la corsa verso le scialuppe nel timore che non bastassero per tutti. Noi siamo rimasti fino all'ultimo nel ristorante, uscendo sul ponte solo quando già i salvagenti erano già stati quasi tutti presi». Una situazione delicata, in quanto tutti i giubbini erano rimasti in cabina. «A questo punto», sottolinea Biancosino quasi con la voce rotta dall'emozione, «una signora inglese si è tolta la maglia e l'ha data a nostro figlio. Abbiamo dovuto lottare con gente che spingeva per raggiungere le scialuppe. Difficile farsi strada: mia moglie ha dovuto riprendere Andrea mentre io pensavo all'altro bambino». Poi la salvezza e il viaggio verso casa.