Si tratta della seconda flessione congiunturale consecutiva rilevata dall'Istat per la produzione industriale dopo gli aumenti di inizio anno.Su base annua la contrazione è dell'1,5%. L'indice, rispetto a marzo, è in aumento solo per il comparto energia (+3,6%), mentre i beni strutturali segnano -2,5%, i beni intermedi -0,7% e i beni di consumo -0,5%. Desta una fortissima preoccupazione il dato relativo al comparto auto: -17,1% rispetto all’anno precedete, corretto per effetto di festività in -14%, sempre molto preoccupante.
Confcommercio è preoccupata per il fatto che permane, dopo il marzo negativo, un segnale di difficoltà sia dal lato della domanda delle famiglie sia degli investimenti delle imprese.
Federconsumatori denuncia dati allarmanti che si aggiungono a quelli rilevati dall'Istat nei giorni scorsi in relazione all'andamento delle vendite al dettaglio, praticamente ferme. "Questo andamento - dice l'associazione - testimonia lo stato di 'convalescenza' in cui si trova ancora la nostra economia che deve fare i conti con preoccupazioni ed incertezze derivanti dalla situazione internazionale, nonché dagli atteggiamenti contrastanti assunti dalle diverse anime del governo di fronte alle richieste europee di far quadrare i conti del Paese". E torna ad evidenziare lo spettro dell'aumento dell'Iva dal prossimo anno, con ricadute di 831 euro annui a famiglia.
Per Codacons eper l’Unione Nazionale Consumatori il calo della produzione industriale ad aprile è una doccia fredda per il Paese e per il governo. Esso avrà i suoi effetti sul Pil e sulle previsioni di crescita del governo, alzando il rischio di una manovra correttiva".
L’unico dato positivo, dopo l’energia, lo dà la Coldiretti, segnalando che almeno nel comparto alimentare c’è stato un balzo del 4,9%. Poi si scopre chec’è stata di mezzo la Pasqua che notoriamente dà una mano alla produzione ma ridimensione questo piccolo lascito positivo