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La falsa storia dell’Austerità Europea 

L’Austerità, bene intesa, guarda al benessere delle generazioni future. Soluzioni alternative sono adottate solo da faccendieri.

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Uno stato (così come una famiglia) indebitato è sinonimo di irresponsabilità verso i propri cittadini (verso i propri figli). Quando i debiti diventano troppo alti, come nel caso Italiano che si svena per pagare interessi salatissimi (per essi si spende quanto per tutto il sistema scolastico), occorre saper intervenire con austerità intelligente. A tal proposito, Enrico Berlinguer, uomo di sinistra e non un quaquaraquà qualsiasi né un conservatore retrogrado, a Roma, nel convegno degli intellettuali del 1977 diceva: “Austerità significa efficienza, serietà e giustizia; cioè il contrario di tutto ciò che abbiamo conosciuto e pagato finora, e che ci ha portato alla crisi gravissima i cui guasti si accumulano da anni e che oggi si manifesta in Italia in tutta la sua drammatica portata”. Da allora, inascoltato, la situazione è andata peggiorando sempre più; da una parte è aumentata la spesa e, di contro, sono aumentate imposizione e tassazione; con una mano si è elargito (pensioni, sanità, pubblico impego, inefficienze e corruzione), con l’altra si è applicata un’austerità basata su più alte imposte e tasse. Tremendamente sbagliato. Ancora adesso si urla contro l’Europa matrigna facendo credere che sia l’Europa a volere una maggiore imposizione e tassazione. Non è così. L’austerità voluta dall’Europa è la stessa richiesta da Enrico Berlinguer oltre 40 anni fa, vale a dire efficienza, serietà e giustizia, il che, in termini pratici, vuol dire: attenzione alla spesa, attenzione agli sprechi, attenzioni alle clientele, attenzione alle promesse elettorali. Cosa che nessun governo italiano, da tempo immemore, ha voluto e vuole fare, salvo alcuni tentativi dei governi Prodi e Renzi che sono riusciti, in parte, a bloccare il trend negativo debito/PIL. 
Va detto che l’alto indebitamento non ha motivazioni economiche ma solo motivazioni politiche come quelle di comprare il consenso degli elettori spostando sulle generazioni future l’onere di trovare una soluzione. Fare deficit e distribuire risorse agli elettori, com’è stato fatto con il reddito di cittadinanza e quota 100,  crea più facilmente consenso e le generazioni future, essendo troppo giovani, o neppure nate, non votano
L’Austerità, quindi voluta dall’Europa, è quella del capo di famiglia attento a non spendere oltre il dovuto e, semmai, intervenire sul taglio delle spese non sopportabili. L’Irlanda, nel 2009, riconobbe gli effetti perversi di un pacchetto di austerità basata solo sulla tassazione e introdusse una politica di stabilizzazione basata sui tagli di spesa. La sua economia è subito rimbalzata in termini nettamente positivi.
Qualcuno, addentro agli aspetti economici, potrebbe osservare che Salvini non vuole aumentare le imposte e le tasse; le vuole diminuire sul modello praticato dai governi americani: minori imposte e più entrate. Qui casca l’asino. Perché Salvini non deve governare gli USA dove esiste un minimo senso civico, ma l’Italia e, in Italia, la riduzione delle aliquote fiscali al 15-20% significa, sicuramente, una importante minore entrata per lo Stato, ma non è altrettanto sicuro che chi ha tranquillamente evaso, finora, accetti altrettanto tranquillamente di pagare il dovuto. Perché dovrebbe farlo? Non c’è galera, non c’è efficienza nella lotta all’evasione!! Perché dovrebbe assoggettarsi allo Stato? Questo significa che, il Governo Italiano a trazione leghista, intende abbandonare l’Europa che consiglia una politica di austerità seria, rigorosa, giusta, basata non sull’aumento delle imposte e delle tasse ma sul taglio agli sprechi e alle promesse, e preferisce sedersi al tavolo della roulette e scommettere così come fa un qualsiasi faccendiere che bazzica il casinò di Saint Vincent.
(il grafico in copertina riporta l'Indice della libertà fiscale in Europa realizzato dal centro studi di ispirazione liberale ImpresaLavoro. L'Italia è all'ultimo posto)

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