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Punto nascita, Manzo (5 stelle): quante nascite sono avvenute senza gli standard di sicurezza?

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In 6 lunghi anni ho imparato che il tecnico parla da tecnico ma il politico deve indirizzare, programmare, occuparsi della cosa pubblica anche facendo sintesi tra diversi indirizzi politici e confrontarsi coi cittadini.

Tutto ciò purtroppo non è accaduto per il punto di nascita di Termoli, ovvero il tecnico è stato fin troppo bravo ma la politica dov'era?

Nel verbale del tavolo tecnico di aprile 2019, che io ho ottenuto circa due settimane fa, si legge che per il punto nascita di Termoli se ne sarebbe discusso nel nuovo programma operativo 2019/2021. Ma si evidenzia anche che nella riunione del 20 novembre 2018 Tavolo e Comitato Percorso Nascita nazionale avevano rappresentato che in relazione alla richiesta di parere di deroga alla chiusura del punto nascita di Isernia, il Comitato nella riunione del 9 ottobre formulò parere favorevole prescrivendo la chiusura del punto nascita di Termoli.

Le criticità segnalate dal ministero, sono il frutto della disorganizzazione e cattiva gestione del sistema operativo. Non sono nate oggi ma sicuramente erano già state individuate negli anni scorsi. Perché non si sono voluti programmare interventi al fine di risolvere le criticità emerse oggi ma già a conoscenza ad ottobre 2018 se non prima?

Quanti sapevano del rischio chiusura? Chi non è intervenuto per provare a dimostrare che quel trend si poteva invertire in una struttura situata nell'unico comune molisano che mostra una popolazione tendenzialmente in crescita, in un territorio dove ci sono circa 700 nascite ma solo la metà registrata nel punto nascita di Termoli?
Dove andiamo noi donne a partorire? A Vasto? A San Giovanni? Dove sono i contratti di confine? 
Perché ginecologi conosciuti e apprezzati in Basso Molise operano su Vasto?

La cosa che trovo drammaticamente grave è che la mancanza degli standard di sicurezza a questo punto non c'erano da quando, da ottobre 2018? Quante le nascite in questo periodo senza sicurezza? 
I quesiti sono tanti, la rabbia è tanta! Tra i colpevoli mi ci metto anche io ma chi sapeva ha taciuto. 
Una riorganizzazione ospedaliera non può cadere sulle teste dei cittadini senza un percorso condiviso, ragionato, contestualizzato e senza una preventiva informazione, senza un percorso maturo che faccia comprendere a noi tutti che esiste un diritto all'assistenza sanitaria ma che quel diritto dev'essere garantito da cure appropriate e che mettano al primo posto la sicurezza del cittadino e la qualità dell'assistenza.

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