Il sondaggio condotto da IPSOS, di cui alla foto di copertina, ci dice che, a poche settimane dal voto europeo, sembrava che fosse tornato il sole sull’accordo di governo tra Lega e 5stelle. Invece, il fuoco che già era divampato durante la campagna elettorale, torna a farsi più vivo che mai.
A pagarne le conseguenze sono:
- in piccola parte la Lega, saldamente arroccata attorno a Salvini, ma con punture di spillo al suo interno;
- il M5S nel suo insieme oramai prigioniero della sindrome della catastrofe, sia per l’inefficienza dimostrata, sia per lo scollamento dei dirigenti dal territorio, sia per le furiose lotte interne che hanno visto in primo piano Di Maio, da una parte, e Di Battista, Fico e la Nugnes, dall’altra;
- il Governo
-i maggiori esponenti dei due movimenti politici.
In sintesi
Lega. Perde un punto, dal 34,3 al 33,3, rispetto a tre settimane fa.
M5S. Resta inchiodato al 17%, senza alcuna reale possibilità di risalita nei sondaggi, nonostante l’aria barricadiera risfoderata da Di Maio più per lotte interne che per reali convinzioni.
Governo. Solo tre settimane fa aveva un indice di consenso del 52%, superiore quindi alla metà degli italiani; ora è sceso bruscamente al 45%, 7 punti in meno.
Di Maio. Anche per Luigi Di Maio c’è una flessione del 7%, dal 32% di poche settimane fa al 25% di oggi.
Salvini. Anche lui fa registrare cedimenti tanto che il suo indice che a marzo era al 59% è sceso al 53% tre settimane fa e al 49% oggi.
Conte. Mantiene, rispetto a tre settimane fa, il proprio consenso al 52% ma perde 17 punti rispetto al massimo.