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"VOGLIONO TRASFORMARE L'ALTO MOLISE IN UNA RISERVA INDIANA"

Il gruppo di minoranza 'Rinnovare' si scaglia contro le nefaste scelte optate dalla Regione per questo territorio

redazione
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AGNONE – “Vogliono trasformare l’alto Molise in una riserva indiana”. E’ quanto affermano i due consiglieri di minoranza al Comune di Agnone, Lorenzo Marcovecchio e Danilo Di Nucci appartenenti al gruppo ‘Rinnovare’. “In queste ultime settimane le vicende politico-economiche stanno tracciando un quadro drammatico per il futuro dell'Alto Molise – esordiscono i due consiglieri - Si parla di razionalizzazione nel settore sanitario, in quello scolastico, in quello dei trasporti. Si parla di chiusura della nostra Comunità Montana (dove, addirittura, è stato chiesto un anticipo di cassa per pagare gli stipendi ai dipendenti!). Praticamente stanno privando l'Alto Molise di tutti i servizi di base: quelli che, come recita anche la Costituzione, rappresentano dei diritti per tutti i cittadini italiani. Ma è sicuro che, noi altomolisani, di fronte a quello che sta succedendo nei centri di potere regionali, siamo ancora considerati come cittadini italiani? Perchè qui, in montagna, di doveri se ne sono sempre visti assai, ma di diritti neanche l'ombra! A noi Rinnovisti sembra palese che ci sia un disegno politico, nato probabilmente assieme a questa regione, che punta a trasformare l'Alto Molise in una riserva indiana. D'altronde la penuria di investimenti sul territorio i flussi demografici parlano chiaro”. In seguito entrambi puntano il dito sui tagli alla sanità, trasporti e scuola. Un progetto, lasciano intendere i consiglieri di 'Rinnovare', ordito a mestiere per cancellare definitivamente l’alto Molise a vantaggio del capoluogo di provincia. “Il gruppo ‘Il Cittadino C'è…’ sta portando avanti una battaglia onorevole: questo comitato è forse la quintessenza dello stato di rabbia e frustrazione in cui versa la popolazione, ma, semmai il Caracciolo dovesse essere salvato, in realtà esso verrà condannato dal taglio nel settore dei trasporti. Ci lascia stupiti il fatto che nessuno dei sindaci dell'Alto Molise, che dicono di battersi per il territorio, che dicono di dimettersi ma poi non lo fanno, hanno fatto notare che, senza autobus che porteranno le persone al Caracciolo, i ricoveri nel nostro ospedale crolleranno a picco perchè il nostro presidio sanitario non sarà più raggiungibile con facilità. Inoltre, già si vocifera che c'è l'intenzione di creare un polo scolastico unico per tutte le scuole superiori della provincia, il che significa che verranno chiusi i nostri istituti superiori e i nostri alunni dovranno viaggiare tutte le mattine verso Isernia. Per fortuna il sole, quando splende, splende per tutti, perchè a volte siamo portati a credere che, se esistesse un congegno per privarci dell'aria pura e del sole che scalda queste montagne, prima o poi ci avrebbero privato anche di ciò. A livello nazionale ed europeo stiamo vivendo un brutto, bruttissimo quarto d'ora, ne siamo consapevoli anche noi agnonesi sperduti sulle montagne. Il momento storico costringe tutti a fare un passo indietro, nessuno lo mette in discussione. Quello che non riusciamo a capire, però, è come mai a pagare più degli altri debba essere sempre e soltanto l'Alto Molise. Rinnovare ha più volte denunciato questo stato di abbandono in cui versa il nostro territorio. Abbiamo più volte denunciato che, quando si tratta di spartire la torta, l'Alto Molise resta sempre puntualmente a digiuno. Eppure, quando si tratta di andare a votare – sottolineano Marcovecchio e Di Nucci - le (sempre meno) migliaia di voti dell'Alto Molise fanno gola un po' a tutti. I cittadini sono stanchi e rassegnati, ma nessun capoccione ci ascolta. Il futuro dell'Alto Molise riguarda tutti i cittadini di questi territori, eppure, ultimamente, le uniche persone che alzano la voce sono le minoranze, come se il nostro futuro fosse qualcosa di scarsa importanza, da far ricadere nelle logiche di scontro fra i partiti e non fosse, in realtà, un tema caro a tutti noi. Come se, all'interno della maggioranza, questo discorso non fosse così importante da far scaturire un dibattito in primis e una protesta bipartsan poi. Come se, all'interno della maggioranza, nessuno di loro avesse investito dei soldi ad Agnone, lavorasse qui e avesse dei figli a cui piacerebbe, un domani, proseguire il cammino iniziato dai loro genitori e, forse, da tutti i loro avi. Ma, ci chiediamo noi, come può essere portata avanti una protesta dai soli cittadini? Senza le tanto pubblicizzate dimissioni dei Sindaci, la protesta si è svuotata di ogni significato politico. I nostri sindaci volevano passare per i difensori della patria e, con la loro vile e insulsa marcia indietro, hanno decretato la morte politica di questo lembo degli Appennini. Dopo la riorganizzazione sanitaria scompariranno tutti gli ospedali di provincia, ma, secondo la logica di accentramento verso pochi e privilegiati centri, Campobasso non verrà neppure sfiorata da ciò perchè continuerà ad avere il Cardarelli e la Cattolica. Il Veneziale d'Isernia continuerà ad esistere come prima per la felicità del nostro Governatore. Perchè chudere il Caracciolo, che costa il 6% della spesa totale e, poi, lasciare in piedi i veri centri di spreco della Sanità? Se, infine, vogliamo allargare il discorso e non parlare solo di Sanità ma anche di tutto il resto, perchè nessuno ha il coraggio di dire apertamente quali sono i veri carrozzoni della regione? Carrozzoni che, se il cittadino altomolisano ancora non l'avesse capito, oltre a non produrre niente, per anni hanno sottratto risorse principalmente a noi, che viviamo in territori sacrificati e che, più di tutti, avremmo avuto bisogno di un sostegno per il nostro sviluppo. Perchè, prima di tagliare i servizi, non si iniziano seriamente a tagliare gli sprechi? Perchè, invece di far ingrossare e ingrassare solo poche città, non si attuano politiche di decentramento in grado di assicurare un futuro dignitoso a tutti i molisani? Ormai siamo diventati lo zimbello d'Italia e sui quotidiani nazionali veniamo puntualmente bacchettati per quello che siamo, ovvero come la regione più sprecona e meno produttiva d'Italia. Di questo passo i servizi scompariranno e la produttività regionale crollerà a picco, ma gli sprechi rimarranno inalterati. Dal Consiglio Comunale di lunedì – concludono - ci aspettiamo un segnale politico forte, uno scatto d'orgoglio dal nostro primo cittadino e dall'intera maggioranza anche se, visti i recenti trascorsi, non ne siamo tanto fiduciosi”.
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