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Di Maio, vanitoso giocatore delle tre carte

Salvini chiama la sua Giulietta e Giulietta Di Maio lancia le sue trecce

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Spettacolo indecoroso che, ieri sera, ha mandato Mattarella su tutte le furie. L’Italia ridotta a tavolo da gioco delle tre carte con compari e comparucci attorno ad esso, pronti a spartirsi le spoglie dell’Italia. E il continuo ripetere a pappagallo dei 5 Stelle: noi lo facciamo per il bene dei cittadiniper il bene del Paese, a noi interessa solo il benessere dei cittadini, suona come uno sberleffo, una presa per culo continuo e non più accettabile. 
Ieri sera è successo che è bastato il semplice richiamo della foresta dell’amorevole Romeo-Salvini per rendere tremebonda e malleabile Giulietta-Di Maio. È stato sufficiente che Salvini pronunciasse queste parole: Di Maio ha lavorato beneperché svanisse ogni preoccupazione circa l’atteggiamento aggressivo della Lega e il suo desiderio di pieni poterinella gestione dell’Italia. È stato sufficiente questa leccata di culo perché Di Maio svenisse per la tanta vanità che lo avvolge e dimenticasse il discorso dell’applauditissimo Giuseppe Conte che, solo un giorno fa, aveva dipinto Salvini come una persona inaffidabile, incosciente istituzionalmente, pericolosa per la Costituzione italiana. Ed ecco che Di Maio incontra Mattarella e, al termine dell’incontro, non comunica  un bel niente, come se non fosse successo niente, nessun attestato di volontà o quanto meno di dialogo per un governo diverso da quello fallimentare del Cambiamento. Nessun riferimento al partito democratico, tutt’altro. Con lingua triforcuta dichiara falsamente di non temere il voto (alla faccia: i sondaggi danno i 5Stelle al 10%) e di tenere in piedi il doppio forno, con il PD che mai gli consentirebbe di fare il Presidente del Consiglio e con la Lega che, pur di rientrare in partita, è pronto a regalargli quella poltrona (immagino Giuseppe Conte che legge queste dichiarazioni). È questa la frase che, di fatto, certifica l’esistenza ancora di un doppio forno: “Sono state avviate iniziative per un’intesa. E anche da parte di altre forze politiche è stata espressa la volontà di ulteriori verifiche”.
Oltre all’inaffidabile Salvini, sul terreno di gioco politico c’è anche l’inaffidabile vanitoso Di Maio. Una bella accoppiata che fa del terreno di gioco politico italiano il tavolo da gioco delle tre carte napoletane.

 

 

 

 

 

 

 

 

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