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Miss Italia torna in Rai, la giusta polemica delle giornaliste Giulia e l'improbabile difesa della cultura dell'immagine da parte delle ex reginette

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Il ritorno di miss Italia in onda su Rai 1 sta scatenando una lotta intestina tra donne femministe e donne che difendono la cultura dell'immagine. Il 6 settembre il concorso di bellezza più longevo che ha iniziato a inculcare nella società attuale l'ideale di bellezza femminile solo entro certi canoni, torna in onda sulla rete di Stato dopo anni su La 7. Si sono giustamente indignate le giornaliste appartenenti ai sindacati femministi. 

 "Cpo Fnsi, Cpo Usigrai e Associazione Giulia Giornaliste segnalano, con grande preoccupazione, questo clamoroso passo indietro che cancella quello in avanti, fatto nel 2013 - si legge in una nota-  sotto la presidenza di Anna Maria Tarantola. La decisione della Direzione di Rai1 è passata sotto silenzio, ma con tanto di promo già pronto e in onda. Un "golpe" messo in atto, a quanto pare, scavalcando persino il consiglio di amministrazione. Indigna ancor più che sia iniziativa di una Direttrice, che avrebbe dovuto dimostrare ben altre sensibilità. L’apprezzamento per non avere più sulla Rai la finale del concorso era già stato manifestato da Cpo Fnsi e Cpo Usigrai nell'audizione alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio; ma come non ricordare, in quell'occasione, l'espressione, stupita, di alcuni senatori: altro sintomo dell'arretramento culturale che sta vivendo l'Italia, pericoloso soprattutto per le donne. Una trasmissione come Miss Italia, che non era prevista nei palinsesti Rai, e che La7 ha deciso di abbandonare per lo scarso impatto e gli effetti negativi sull'immagine, è una sottorappresentazione della donna, considerata solo come oggetto, alimentando rancore e violenza in una società nella quale i numeri dei femminicidi, delle molestie e dei casi di stalking sono in continua crescita. Cpo Fnsi, Cpo Usigrai e Giulia esprimono forte dissenso per una scelta che è contraria al contratto di servizio di Rai, con il quale l'emittente pubblica si impegna a non far passare, in alcun modo, un modello stereotipato della figura femminile. Chiedono all'amministratore delegato Salini di riflettere sull'opportunità di trasmettere la finale e compiere, così, un'azione di civiltà e di rispetto nei confronti di tutte e di tutti, donne e uomini". 

Cancellare dal palinsesto Rai la trasmissione di Miss Italia sarebbe stato un primo passo per veder indietreggiare la cultura dell'immagine. Senza tv miss Italia perderebbe di importanza e andrebbe quanto meno ripensata. Se non abolito come concorso di bellezza. Non si può negare che nasce da lì la competizione basata sull'estetica tra le donne. Anche le più piccole, con il benestare dei genitori, calcano passerelle locali e nazionali alla ricerca della conferma della loro bellezza. Venendo a mancare le radici di essa tutto andrebbe rivisto e forse lo stesso basarsi sui canoni estetici di una donna anche solo per una parte in un film o per una figura che annuncia notizie in tv. Non è però d'accordo la ex miss Roberta Capua, come ovvio che sia. 

''Trovo le polemiche 'femministe' su Miss Italia 'pretestuose'''. Così Roberta Capua, eletta Miss Italia nel 1986, all'Adnkronos, sulle polemiche scaturite dall'annuncio del ritorno in Rai del concorso di bellezza più longevo della storia italiana. ''Non è solo Miss Italia che espone il corpo della donna -sottolinea la conduttrice- Basta aprire i social network, instagram in particolare, per vedere giovani donne che mettono in mostra il loro corpo in maniera molto spregiudicata! Quindi sinceramente attaccare Miss Italia, dove ci sono delle ragazze che cercano semplicemente delle opportunità e che sfilano in costume da bagno senza nessun tipo di morbosità, si è sempre cercato di dare un'immagine pulita, acqua e sapone di queste ragazze, mi sembra veramente esagerato''.

Da ex Miss Italia la Capua dice di non essersi mai sentita sminuita né 'mercificata' per aver partecipato a Miss Italia, ''Poi nella vita -aggiunge- ho cercato di affermare il mio talento e il mio modo di essere per altro''. Ma riconosce che deve molto a Miss Italia: "Sarebbe una bugia dire di no! Poi sta alla persona dimostrare quello che vale'', afferma la conduttrice. E sul ritorno del concorso di bellezza sulla televisione pubblica la Capua prosegue: "Si può sfruttare l'opportunità di festeggiare gli 80 anni di una manifestazione che ha fatto la storia e del costume del nostro paese ma ricordiamoci che si tratta di un concorso di bellezza -dice ironica- non è che le ragazze possono andare in tuta da ginnastica'', conclude.

Roberta Capua sembra non voler intendere che senza quel concorso di bellezza in molte non hanno modo di dimostrare di essere altro. La persona che non ha quei requisiti di bellezza, soprattutto se donna, non ha le stesse possibilità di mostrare quanto vale e nascono in essa insicurezze che possono minare l'autostima a vita. Cosa che non accade per gli uomini, per cui la bellezza non è fondamentale per emergere. 

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