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Governo giallorosso, Rousseau come Del Monte dice sì: spazzata definitivamente l'ipotesi di urne anticipate

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Si allontana definitivamente lo spettro del voto in autunno. Con qualche minuto di ritardo rispetto al previsto sono usciti i risultati della votazione online sulla piattaforma Rousseu che ha detto sì alla formazione di governo tra Movimento Cinque Stelle e Pd. A favore ha votato il 79,3% di chi ha ritenuto giusto farlo contro il 20,7%. Hanno votato in 79.634 iscritti provocando la soddisfazione di Davide Casaleggio, figlio di quel Gianroberto che la ha ideata. 

Se poi vogliamo andare sul sottile non è altro che un direttorio. I voti ottenuti dal Movimento alle ultime politiche sono stati 10.522.272 ben oltre i voti sul Rousseau. Sarebbe toccato quantomeno a ciascun elettore del Movimento dire la propria. Oppure come Costituzione vuole, il popolo ha eletto il suo parlamento e tocca quindi a Deputati e Senatori, che rappresentano ciascun elettore, sostenere o meno il governo giallorosso nei due rami del parlamento. 

Ora via libera alle trattative di governo. Saltato lo schema dei due vicepremier,  come sostiene l'Ansa- l'ipotesi su cui starebbero lavorando M5s e Pd in queste ore vedrebbe l'assegnazione di due ministeri di punta ai due "capi delegazione" dei partiti. E' quanto trapela in queste ore in ambienti Dem. Se passasse questo schema - ma in queste ore è ancora tutto in divenire - il capo del M5s Luigi Di Maio, secondo le stesse fonti, potrebbe diventare ministro degli Esteri, andando a guidare la Farnesina. Per il Pd il capo della delegazione sarebbe invece Dario Franceschini, in conseguenza della scelta di Nicola Zingaretti di non entrare nel governo e dopo il passo indietro di Andrea Orlando, che resta al partito da vicesegretario. E' per questo che circola con insistenza l'ipotesi che Franceschini diventi il ministro dell'Interno. Ma per il Viminale resta in pole l'idea di un nome tecnico, come quello del prefetto di Milano Luciana Lamorgese o del capo della Polizia Franco Gabrielli.

 

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