AGNONE. Una storia a lieto fine, tutta da raccontare soprattutto ai bambini. Al centro della vicenda l’amore dell’uomo verso gli animali e la dolcezza di un “bamby” della Walt Disney. E’ successo appena dopo la mezzanotte in località San Mauro appena dopo Staffoli. L’automobilista che proveniva dalla direttrice di Isernia ha visto quasi al centro della carreggiata un animale accasciato. Un ungulato poi rivelatisi un capriolo. Il giovane animale (un cucciolone di un paio di anni e del peso di circa una trentina di chili) aveva un arto spezzato. L’automobilista si è fermato ha puntato i fari verso il capriolo che alla vista dell’uomo si è quasi messo seduto. Avrebbe voluto probabilmente scappare, ma il dolore dovuto alla frattura all’arto anteriore sinistro non gli ha permesso di potersi alzare. Con molta circospezione l’uomo ha cercato di tranquillizzare l’animale mentre allertava i Vigili del Fuoco. Neanche il tempo di riagganciare il ricevitore che la catena di soccorso è scattata per portare aiuto al piccolo capriolo. Gli stessi Vigili hanno così allertato il veterinario reperibile dell’Asrem di Agnone. Giunto sul posto in pochissimo tempo il medico ha sedato l’animale per poter operare con tranquillità e non far soffrire il “paziente”. Con molta oculatezza il veterinario ha portato tutte le cure del caso. Ma non solo. Il sanitario ha capito che il cucciolone aveva fame. Ed allora, rimediata una bottiglia di plastica ed improvvisata una sorta di “tettarella” il medico ha costruito una specie di biberon. Oltre un litro di latte il cucciolo ha bevuto avidamente. Il capriolo, poi, è stato portato nell’oasi della Forestale di Colledimezzo. Qui, le Giubbe Verdi, assisteranno l’animale fino a completa guarigione. Quando l’arto sarà di nuovo funzionante il “bamby” potrà tornare a correre fra i boschi altomolisani. Si concluderà così una storia che avrebbe potuto avere per il capriolo un epilogo tragico. Ferito e alla mercè di animali selvatici o di automobilisti poco attenti oppure debilitato e affamato al freddo delle gelide notti altomolisane. Un destino quasi scontato se non fossero intervenuti uomini sensibili ed amanti degli animali.