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Giuseppina Occhionero passa da LeU a Italia Viva, due nostri opinionisti a gran voce: si deve dimettere dal Parlamento

Redazione
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La notizia del passaggio a Italia Viva dell'onorevole Giuseppina Occhionero, eletta il 4 marzo scorso con il sistema proporzionale con Liberi e Uguali, ha portato in Molise e non solo a una ventata di polemiche. Soprattutto tra gli elettori di LeU, che non hanno potuto scegliere il nome sulla scheda, perché su quella proporzionale si sceglie solo il simbolo di partito e non il nome di chi si vorrebbe avere in Parlamento. 

Passare dall'antirenzismo al renzismo è il peccato più contestato a Occhionero. Abbiamo scelto due dei nostri lettori più assidui per riportare gli umori dei molisani e non. Partiamo dall'agnonese all'estero Armando Bartolomeo che segue costantemente le vicende del Molise. Di un suo post su facebook prendiamo i passaggi politici più interessanti: 

"A questo punto mi sembra giusto ricordare - ha sottolineato Bartolomeo - innanzitutto a me e dopo alla deputata, il sistema elettorale che vige in Italia. Nel nostro Paese si vota con un sistema ibrido (proporzionale con liste bloccate e maggioritario), quindi l’elettore che dà la sua preferenza nel proporzionale vota solo la lista e non può esprimere alcuna preferenze; essendo stata eletta nel proporzionale, a questo punto, gli elettori di LeU avrebbero tutto il diritto di sapere le motivazioni , serie, che hanno indotta la nostra al cambio di casacca. E va bene l’articolo 67 della Costituzione che sancisce che i rappresentanti del popolo in parlamento esercitano la loro funzione “senza vincolo di mandato”, però ci sono dei vincoli morali a cui ognuno deve dare conto. Di conseguenza sarebbero opportune e oneste le dimissioni; perché appare insopportabile da parte mia e penso anche di tutti coloro che hanno votato a sinistra rendersi conto che il proprio voto è servito a dare forza a un’idea politica a noi molto lontana. Posso, inoltre, capire il posizionamento personale per una futura carriera politica ma sarebbe bene lasciarne fuori i terzi che sono gli elettori che hanno reso possibile questo improvviso e imprevisto sogno.

Purtroppo la Sinistra molisana è figlia di un dio minore,già qualche volta è successo che elegge i propri rappresentanti per dopo trovarseli in un altro schieramento, però è anche inutile piangersi addosso se la causa dei propri mali alberga innanzitutto in se stessi. La paura atavica della sinistra molisana è non fidarsi dei propri uomini facendo così ricorso, molto spesso, a persone estranee alle proprie pulsioni politiche e alla propria tradizione ideologica. Le gelosie interne, la pratica del “meglio un altro che il mio competitor interno” ci ha portati ai disastri che viviamo attualmente. E’ arrivato il momento che i cosiddetti grandi dirigenti della schiatta dei “Solone” che hanno affollato la Sinistra molisana dovrebbero fare “mea culpa” e capire, una buona volta per sempre, che le alchimie politiche non fanno più breccia nell’elettorato, la gente ha aperto gli occhi oppure non va a votare e, quei pochi che ci vanno, sono pure ingannati dalle loro dissennate decisioni". 

Sulla via delle dimissioni un altro nostro affezionato lettore e esponente di minoranza al Comune di Petacciato, Matteo Fallica

"La Occhionero è entrata a Montecitorio nel 2018 per una irripetibile combinazione astrale - sottolinea -  talmente misteriosa che quando fu eletta lei dormiva e pensava fosse uno scherzo. Era candidata con LeU, il partito messo in piedi dai delusi di Matteo Renzi, con un programma diametralmente opposto al Pd di Renzi. Ieri la Occhionero ha lasciato LeU per entrare in Italia Viva, il partito di Renzi, con queste motivazioni: "il progetto di Renzi è coerente con la mia idea di fare politica...La Boschi è una donna guida...la squadra è brillante... Qui potrò portare avanti i miei valori di sinistra... Italia Viva parte da dichiarazioni forti come il femminismo...”. Opinioni discutibili, ma legittime. Il problema è un altro.Perché la convertita al renzismo non viene a farsi un giro in Molise per lllustrare queste motivazioni ai cittadini ai quali chiedeva il voto nell'inverno 2018?

Chi vuol cambiare partito, si deve dimettere  e far eleggere con un altro simbolo. Non tradire gli elettori: questa è la base dell’etica politica".

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