AGNONE - Il consigliere comunale Lorenzo Marcovecchio, capogruppo di Rinnovare, riconsegna la propria tessera elettorale.
Colpo di scena nell'asfittico panorama politico agnonese.
E' Lorenzo Marcovecchio il primo esponente del Consiglio comunale di Agnone ad aderire all'iniziativa di protesta del movimento Il cittadino c'è. Un gesto dall'alto valore simbolico, posto in essere da chi dimostra, così, che la politica non è solo un trampolino di lancio per le proprie aspirazioni personali, ma davvero dedizione e servizio alla cittadinanza.
Un gesto isolato, al momento, e che probabilmente resterà tale, perché riconsegnare la tessera elettorale significa rinunciare al proprio diritto di voto e dunque mettersi fuori da alcune logiche.
Davvero un esempio encomiabile, quello di Marcovecchio. Un duro atto di accusa contro l'intera classe politica molisana, contro l'insensata politica dei tagli alla sanità che vedrà , come sempre, ancor più penalizzato l'entroterra montano. Un gesto che assume ancor più valore perché proviene non da una vecchia volpe della politica, non da un appagato politicante ormai a fine carriera, ma da un giovane, quasi un esordiente, appassionato delle idee più che delle poltrone e del prestigio. E non è certamente un caso se sul profilo di Facebook del consigliere comunale di destra campeggia la celebre frase di Ezra Pound: "Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui".
Al momento, vale la pena di ricordarlo, è il solo esempio di adesione alla plateale protesta ideata dal movimento Il cittadino c'è.
L'idea è semplice, anche se dura, e condivisibile: visto che il voto serve soltanto ai politicanti di turno per conquistare le poltrone e gli incarichi lautamente retribuiti (con soldi pubblici, ndr); visto che i cittadini dell'entroterra vedono progressivamente soppressi i più elementari servizi; considerato che anche il diritto alla salute viene regolamente calpestato; per non essere complici di una politica autoreferenziale e attenta solo ai bisogni degli amministratori e non degli amministrati, l'unica 'arma' è quella del non-voto. Come dire, "fate quello che vi pare, ma non con il mio voto".
Il passo successivo, l'unico possibile, è la riconsegna della tessera elettorale, rinunciare a scegliere la classe politica, perché tanto, a prescindere dai colori delle casacche e dalle coalizioni, l'andazzo è sempre il solito. E' il popolo sovrano che rinuncia alla propria sovranità . Roba pesante, da politologi, probabilmente l'anticamera della fine della democrazia.
Marcovecchio ha detto basta, con coerenza e coraggio si è ribellato all'illogica logica dei tagli al 'Caracciolo'. Altri, molti altri, meno coerenti e più pavidi, non solo non riconsegneranno la propria tessera elettorale, ma resteranno saldamente incollati alle proprie poltrone, piccole o grandi che siano.