ISERNIA. "Sull’esecutivo Monti avevamo già espresso tutti i nostri dubbi fin dal suo insediamento nello scorso autunno" esordisce Candido Paglione, coordinatore regionale Sel Molise.
"Nel considerare la novità in termini di immagine e di stile, fin da allora dicemmo che certe operazioni non ci convincevano. Ma per senso di responsabilità ci siamo, però, anche detti che qualche sacrificio sarebbe stato inevitabile per risollevare l’Italia dalle macerie lasciate dal berlusconismo. La vicenda dell’articolo 18 – dice ancora Paglione - crediamo abbia svelato la vera natura di questo governo, che decide indipendentemente dalla volontà di una delle controparti.
Mentre aspettiamo che qualcuno, autorevole, ci spieghi perché favorendo i licenziamenti si possa incrementare l’occupazione, lanciamo l’avvertimento: certi processi vanno governati dalla politica e con la politica, la dialettica, lo spirito costruttivo che solo un governo eletto può assicurare. Insomma, ora più che mai serve politica e non solo tecnicismo" sottolinea Paglione.
Tuttavia sorge il dubbio – e sarebbe ancora più grave - che tutto questo proceda secondo un preciso disegno politico: non è un caso, forse, che i dialoghi tra i settori centristi del Pd e il terzo Polo si siano intensificati. Ma se così fosse allora bisogna uscire allo scoperto e far cessare gli equivoci. Serve insomma chiarezza, ma se la prospettiva è quella indicata, allora diciamo basta agli equivoci. In Italia – conclude il coordinatore regionale Sel - si sta costruendo a partire da Monti un’esperienza diversa, centrista, che sarà pure legittima ma non si può fare sulle spalle dei lavoratori e dei più deboli. E Sel, in questo scenario, deve ribadire la sua centralità in un futuro schieramento progressista e autenticamente di sinistra, che si candidi non all’opposizione ma a governare un Paese moderno qual è l’Italia.