Seconda tappa sulla centrale a biomasse a Belmonte del Sannio.
Non esistono arretramenti nelle posizioni dei sindaci dell'Alto Molise precedentemente espresse, anzi il no alle bio masse si fa più forte e motivato da ulteriori elementi acquisiti a seguito di una lettura attenta del progetto, che rendono sempre più inquietante l'ipotesi dell'installazione di una centrale a biomasse nel territorio di Agnone ma a due passi dal piccolo centro di Belmonte del Sannio con risentimento sull'intero territorio altomolisano.
" Occasione questa, congiunta alle proteste per i diritti sanitari negati, dice il sindaco di Capracotta Paglione durante il suo intervento " necessaria per rialzare la testa nell'Alto Molise" .I sindaci presenti numerosi, a partire dalla sempre più determinata sindaca di Belmonte Anita Di Primio,il sindaco di Poggio Sannita, la sindaca di Pescopennataro ,di Vastogirardi, il sindaco di Capracotta, i consiglieri di opposizione al comune di Agnone Saia e Scarano, che hanno avuto la lungimiranza politica di coinvolgere l'intero territorio su una questione che non poteva rimanere confinata nel dibattito tra maggioranza e opposizione e tra le mura domestiche , visto che l'amministrazione comunale non aveva avuto nemmeno il bon ton istuzionale di comunicare ai viciniori quello che bolliva in pentola. Presente anche in questa occasione il consigliere regionale M5S Andrea Greco
Centrale che dal dìbattito emerso,di bio ha solo il nome,non corrisponde alle esigenze delle aziende zootecniche altomolisane ma si vuole installare solo perchè c'è una battaglia in atto sull'accaparramento dei lauti incentivi che lo stato mette a disposizione per dare risposte alle esigenze delle aziende in relazione allo smaltimento dei prodotti di scarto delle produzioni, esigenza affatto sentita dagli allevatori, dagli agricoltori e le imprese che insistono sull'Alto Molise.
"Non esistono grandi aziende afferma più di un sindaco: " ma sono quasi tutte piccole aziende per lo più a conduzione familiare e fra l'altro hanno già i loro sistemi di smaltimento, hanno già provveduto da anni". La conferenza ha ospitato anche di esperti del settore che hanno elecato tutte le sostanze smaltibili in una centrale a biomasse previste nel DM di competenza , sostanze che vanno dal siero del latte, al sangue di animali, ai resti di animali scannati, ai resti di animali acquatici e ben altro. Come ben e' emersa la paura che essendo la centrale prevista di medie dimensioni, si corre il rischio di non reperire sufficiente materiale da bruciare, che potrebbe essere attinta dalle regioni limitrofe.
Durante la conferenza intenso lo scatto di orgoglio dei rappresentanti dei cittadini dei vari comuni e del pubblico presente in sala,orgoglio di appartenenza ad un territorio che ha ben altra vocazione e che va preservato e salvaguardato nella sua specificità in nome "dei padri per avercelo consegnato incontaminato e a tutela delle nuove generazioni, tramite uno sviluppo sostenibile". Orgoglio e volontà di giusta rivalsa verso chi considera questa terra, "terra di nessuno" da sfruttare per affari non conciliabili con la natura del territorio, dannosa per l'agricoltura, che non crea sviluppo e tanto meno innalza i livelli occupazionali. "Noi non abbiamo l'anello al naso" sbotta ad un certo punto del suo puntuale e caloroso intervento , il sindaco Paglione.
Rabbia serpeggiante, espressa con metodi e parole educate, verso l'amministrazione comunale agnonese, per aver assunto decisioni senza aver sentito la necessità di informare i vicini di casa sull'installazione di una centrale che coinvolge tutto l'alto Molise. " Non possono chiamarci solo quando serve aiuto", sgarbo istituzionale è stato definito da qualcuno. Rialzare la testa è stato il filo conduttore della riunione, portando la questione che già ad oggi viene definita dagli ampi contorni, fuori regione. In programma se necessario manifestazioni, sit in, coinvolgimento di tante persone e delle associazioni ambientaliste. I nomi di Campochiaro / San Polo Matese / Guardiaregia sono stati evocati più volte come esempi di battaglie durissime, durate mesi con picchetti permanenti ma vinte dai sindaci e dai cittadini, per lo meno per il momento!
In tutto questo va onore al piccolo comune di Belmonte del Sannio, alla sua prima cittadina Anita Di Primio, a tutto il consiglio comunale, agli abitanti di Belmonte numerosi e attentissimi in sala, che con un atto di grande coraggio hanno e continueranno a dire no a chi del territorio vorrebbe fare scempio.Piccolo paese con pochi abitanti, ma con coraggio e dignitÃ