E' finita 6 a 4 e due astensioni quella di Linda Marcovecchio ex vice sindaca e Annalisa Melloni ex assessore bilancio. La mozione di sfiducia all'operato del sindaco Marcovecchio in relazione al progetto sulle biomasse, presentata dal consigliere Scarano del gruppo politico di minoranza Agnone Identità e futuro, non ha ottenuto l'esito sperato dai gruppi di minoranza, quello di rimandare a casa il Sindaco Marcovecchio e la sua nuova giunta. Anzi dopo un lunghissimo e feroce battagliare, il Sindaco ha tentato il ribaltone cercando a sua volta di scaricare una ipotesi di conflitto di interesse sul consigliere Scarano, socio nell'Associazione Tradizioni e sviluppo, tirando in ballo anche il ruolo ricoperto nell'associazione dalla moglie, ruolo puramente onorario senza alcun potere decisionale. Ma Scarano inamovibile e senza scomporsi più di tanto ha mantenuto la palla al centro, obbligando la maggiorarza ad attenersi all'ODG e invocando a gran voce il voto finale sulla mozione di sfiducia e rilanciava sfidandolo ad un successivo confronto pubblico su qualsiasi argomento egli volesse affrontare e pronto alle dimissioni nel caso vi fossero elementi tali da avvalorare la sua tesi.
I voti delle due fuoriuscite dalla maggioranza, hanno fatto la differenza sostanziale. Un match che finiva 6 a 6 aveva ben altro significato per il futuro della giunta Marcovecchio. In ogni caso la spuntava il Sindaco, ma la spuntava con una maggioranza risicata che bastava un alito di vento a mandare sotto. Certo il comportamento delle fuoriuscite è stato un tantino contraddittorio. Nei loro interventi entrambe hanno affondato la lama nella carne viva, senza risparmiare nulla al Sindaco.
Linda Marcovecchio, con garbo come suo solito, con educazione, ha sciorinato una per una le motivazioni del suo dissenso e la lunga agonia prima di arrivare a staccare la spina da una maggioranza nella quale lei aveva creduto e operato sempre nel bene della collettività . Ma gli screzi, le incomprensoni politiche, la mancata elezione al consiglio regionale, il voto al presidente della provincia Ricci, e il modus operandi di questa maggioranza , l'hanno convinta che le avvenute lacerazioni non erano più conciliabili con il suo ruolo e goccia che ha fatto traboccare il vaso , il progetto sulle biomasse. La stessa annunciava di costituire un gruppo politico indipendente e dice rivolgendosi al sindaco: "Pur credendo nella sua estraneità non posso avvallare la posizione pubblica sconveniente in cui lei si è trovato in quanto Sindaco della nostra città . Le mie dimissioni non sono state solo un modo per smettere di calpestare la mia dignità di amministratore,troppe volte mortificata e calpestata da un modo poco rispettoso dei ruoli e delle relazioni personali"
Altrettanto chiaro, incisivo e sofferto l'intervento della Melloni. Giovane donna, alla sua prima esperienza politica, ma evidentemente come si evince dal suo intervento, non disposta ad andare oltre i suoi valori personali:"esperienza importante, ringrazio i cittadini che mi hanno eletta, i motivi delle mie dimisioni trovano radici da mesi di insofferenza e disagio via via aumentando che hanno trovato l'apice nella vicenda delle biomasse. scarso o nullo dialogo con le parti sociali, con i sindaci , il sovradimensionamento del progetto rispetto alle esigenze del territorio, hanno fatto si che io abbia preso le distanze.La mia visione sulla centrale era ben diversa rispetto a tutti i componenti della maggioranza sia sul progetto che sul metodo politico.. Ribadisco la mia assoluta contrarietà alla centrale, nonche anche la mia non poca rabbia per la intera conduzione della vicenda da parte del sindaco e da parte della maggioranza che ho provato in tutti i modi a convincere" Cosi ha detto
Interventi colmi di dignità politica che però non hanno trovato riscontro nella pratica finale. Il voto a favore , contro o astensione in politica hanno un significato preciso. Come si tradurrà nella pratica l'astensione delle consigliere? Non è molto dignitoso per nessuno tirare il sasso che quasi uccide e poi ritirare la mano.