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La tradizione dei sepocri tra fede e cultura

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INDAGINE SU UNA TRADIZIONE RELIGIOSA: I SEPOLCRI. Ogni anno, come vuole la tradizione, in molti centri italiani nella notte di Giovedì Santo nelle chiese vengono esposti i così detti sepolcri: rappresentazioni iconografiche dei giorni che precedono la Pasqua. Molti, tra fedeli e non, hanno sempre nutrito curiosità per questo fenomeno, religioso e culturale, quindi spesso ci si chiede: cosa sono i sepolcri? Che cosa rappresentano? Perché viene fatto questo rituale? E perché di Giovedì Santo? Abbiamo perciò pensato di svolgere una piccola indagine avvalendoci delle conoscenze di Don Lino Mastrangelo, parroco di S. Amico e Vicario Foraneo di Agnone. La tradizione, ormai da diversi secoli, vuole che nel pomeriggio del giovedì Santo vengano esposte delle rappresentazioni degli ultimi momenti della vita di Gesù, solo nelle parrocchie nelle quali sia stata celebrata la messa del giorno di Tutti i Santi; queste rappresentazioni furono erroneamente chiamate sepolcri; lo Stato Pontificio infatti ritiene che il rito dovrebbe essere un luogo della reposizione per l’adorazione dei fedeli invece di rappresentare solo ed unicamente i giorni più cupi della religione; tuttavia dietro questa scelta ci sarebbe un motivo socio-culturale: pare infatti che in Italia si sentano più vicini i giorni della passione dai tempi della Grande Guerra, epoca che cambiò radicalmente la vita dell’uomo medio; infine c’è da considerare il fatto che l’Italia, in passato, sia stata incline a dominazioni, di conseguenza ai dolori e dispiaceri connessi a questo fenomeno. Questi fattori dunque spingerebbero i Cristiani Italiani a sentirsi più vicini ai giorni della Passione. Per quanto riguarda la scelta del giorno, invece c’è un motivo puramente religioso: il giovedì corrisponde al giorno nel quale furono istituiti l’Eucarestia e il Sacerdozio. Insomma la tradizione del Giovedì Santo è un fenomeno culturale poiché proviene da un insieme di fattori che legano storia, cultura e religione.
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