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Un film che assomiglia alla vita: a momenti fa ridere e a momenti fa piangere

Il regista Edoardo de Angelis ieri all'Argentino di Agnone

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Ieri, presso il Teatro Italo-Argentino di Agnone, è stato proiettato il film Mozzarella Stories diretto dal regista Edoardo de Angelis. Il film narrava una serie di storie di alcuni personaggi connessi alla figura di Ciccio Dop, un produttore di mozzarella di bufala casertano. Dopo alcuni problemi con la legge, Ciccio si allea con dei malavitosi che, dopo averlo aiutato ad uscire di prigione, ovviamente chiedono dei soldi in cambio. Quando Dopp si trova a dover fronteggiare la concorrenza cinese egli inizia ad avere problemi: pagare il pizzo non è più così facile. È proprio questo evento che da inizio ad avvenimenti che finiscono in tragedia. Oltre ai sindaci locali, nonché alcuni membri della giunta, in sala erano presenti: Gabriele Antinolfi, nostro concittadino, dirigente della sezione editoria del Centro Sperimentale di Cinematografia; Edorardo De Angelis, diplomato presso il suddetto centro, regista del film e Massimiliano Gallo attore protagonista della pellicola. Antinolfi, dopo la visione del lungometraggio, ha dato inizio ad una conversazione il cast e gli spettatori. Abbiamo perciò ritenuto opportuno riportare alcune domande. Il casaro agnonese, Franco Di Nucci ha evidenziato che nel film un gruppo di Cinesi arriva ad inserirsi in un mercato puramente autoctono e iniziando a dominare anche coloro i quali operano in quel contesto da generazioni; Di Nucci perciò si domandava se nella verità fosse possibile che la Cina si impadronisse anche di mercati prettamente locali. De Angelis ha così risposto “Sebbene abbia studiato la situazione prima di mettermi al lavoro, non conosco bene tutti i dettagli del mercato. Ovviamente non posso dire con certezza cosa accadrà. Io sono un regista: immagino storie, creo scenari.” Nel film c’era un sottile accenno alla malavita; Nicola Mastronardi ha chiesto al regista quanto influisse realmente la Camorra nella vita e quanto avesse influito nella storia del racconto cinematografico. De Angelis ha perciò spiegato “Sono cresciuto nello stesso paese di Roberto Saviano. Lui era al Liceo Classico mentre io ero allo Scientifico. Questo film non voleva essere un film sulla camorra tuttavia volevo mettere in luce una cosa: le associazioni a delinquere si infilano dappertutto; si insinuano nella vita di tutti, anche nell’esistenza dei più onesti cittadini che stanno solo cercando di difendere la famiglia.” Nunzia Zarlenga ha notato invece la dedica finale nei titoli di coda: A mia mamma, a mia nonna e a mia zia. Il film si conclude con l’alleanza tra due donne potenti: c’è un nesso tra la dedica e il finale della storia? Il regista risponde “Certamente. Volevo mette in risalto la potenza visionaria delle donne, al di là dei luoghi comuni.” Infatti, in questo film è Sofia, figlia di Ciccio Dop, che si trova a dover fare una scelta molto importante: restare ancorati alla tradizione o accettare il cambiamento e guardare con lungimiranza al futuro. La storia che De Angelis racconta è sui generis egli infatti afferma “Mi piace il film che assomiglia alla vita: a momenti fa ridere e a momenti fa piangere.”
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